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MSB Premier DAC + amplificatore MSB S202
Sono passati un po' di anni, dalla prova dell' MSB "The Analog DAC", che potete rileggere qui, almeno 5, e rieccoci a parlare di quest'azienda della Silicon Valley californiana, partita con le sorgenti digitali, che restano ancora la loro produzione principale, affiancata da un po' di tempo da 3 modelli di amplificatori di potenza, e 2 per cuffia.
Le notizie sull'azienda che si possono trovare sul sito sono estremamente scarse. Veniamo a sapere che il fondatore non opera più, sostituito dai 2 figli Jonathan e Daniel, che continuano la produzione, affiancati da una dozzina di dipendenti, specializzati nelle varie mansioni. Ricordo ancora il clamore che fecero le prime macchine digitali di MSB, che si piazzarono quasi subito al livello dei migliori progetti sul mercato. A questo punto si dovrebbe dire la solita frase: "da allora, il digitale ha fatto passi da gigante..." Invece non la dico, perché macchine di questa levatura, hanno certamente usufruito di migliorie e di ricerca tecnica, ma grossi balzi in avanti, la tecnologia digitale non ne fa da un po'. La corsa alle risoluzioni sempre più elevate (invero piuttosto inutile) pare essersi arrestata ma, soprattutto, la gente comincia a capire che oltre un certo livello è inutile andare. E allora ci si concentra sulle "solite" cose (sembra facile): cura estrema delle alimentazioni e stadi d'uscita. In pratica: la parte analogica. E poi le interfacce d'ingresso digitali, che aumentano la loro potenza e cura realizzativa, la potenza di calcolo dei convertitori veri e propri, che aumentano di numero alla rincorsa di una cura della conversione sempre più elevata. E poi, ovviamente, si aggiornano i software. MQA e Roon, ad esempio, ormai si trovano a bordo di qualsiasi macchina che abbia ambizioni di stare in casa degli appassionati di riproduzione digitale. E qui veniamo al nostro "The Premier DAC", secondo dal basso verso l'alto, della produzione. Nel sito MSB c'è, grazie al cielo, una tabella comparativa di tutti i modelli, così da rendere molto chiare le differenze, ed aiutare gli utenti a compiere una corretta scelta, in un campo abbastanza complesso. Il Premier DAC usufruisce della tecnologia modulare di MSB, che permette di moltiplicare l'uso dei singoli moduli "Prime DAC", per aumentarne le prestazioni. In questo apparecchio, ce ne sono 4. E' anche montato un clock particolare, il FEMTO 93. Per quanto riguarda ingressi ed uscite, il Premier è ancora una volta configurabile, e può montare, a richiesta, vari moduli. La versione che ci è stata fornita prevedeva l'ingresso USB, quello Toslink e coassiale, e l'uscita bilanciata. Il Premier funge anche da preamplificatore, disponendo di un ottimo controllo digitale del volume, e può essere collegato direttamente ad un finale di potenza, abilitando la regolazione attraverso il menu. Menu leggibile da un bellissimo display a LED bianchi, di dimensioni più che sufficienti da potersi leggere a 5 metri di distanza. Come vedete dalle foto, è composto da 2 telai sovrapposti. Quello inferiore contiene l'alimentazione separata. A sinistra del display ci sono 3 tasti per le programmazioni, e a destra la manopola per il volume e lo scorrimento delle opzioni di menu. L'alimentazione, invece, dispone del tasto di accensione ed un LED di conferma. L'estetica è affascinante, nella sua pulizia e semplicità, le finiture del telaio di alto livello, come si conviene ad un apparecchio che si colloca in una fascia di prezzo già molto alta.
Il finale di potenza S202, invece è il più piccolo (si fa per dire) della serie. I suoi 200 W continui per canale su 8 Ohm, gli permettono di pilotare agevolmente la stragrande maggioranza dei diffusori sul mercato. L'apparecchio è molto pesante, anche a causa del bellissimo e massiccio telaio in alluminio: 41 kg distribuiti in un volume non eccessivo. Trovo l'estetica piuttosto elegante, attirato come sono dalle forme morbide, poco squadrate e con pochi fronzoli. Il frontale ospita il logo MSB che in stand-by resta attivo cambiando colore, mentre quando l'apparecchio è acceso il logo è bianco fisso. C'è un piccolo tasto di accensione cromato ed un LED. Finito. Sul retro, i bellissimi morsetti per i cavi di potenza, un adattatore dell'impedenza d'ingresso, da regolare a seconda del preamplificatore che sarà collegato, 2 morsetti di massa, la presa IEC ed i connettori di segnale bilanciati. Solo bilanciati, non esistono gli RCA. Un segnale piuttosto forte, direi, sulle preferenze di MSB.
Il layout interno è piuttosto originale, non sembra il solito progetto mutuato dalle solite soluzioni progettuali trite e ritrite. A fondo pagina potete vedere un paio di foto per rendervi conto della disposizione dei componenti. I due MSB, provati assieme, sono stati inseriti nel seguente impianto di riferimento: giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B³, diffusori: JBL 4350B, subwoofer Velodyne SPL-1200, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavo phono Cammino PH B 2.2 Ref XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500. Ho cominciato gli ascolti usando il mio lettore Yamaha CD-S3000 come sola meccanica, uscendo in digitale. Il primo disco utilizzato è "Companion", di Patricia Barber (SACD MFSL), utilizzando ovviamente lo strato CD. Subito si percepisce un basso profondissimo, molto esteso e pure sotto ferreo controllo, che con questa registrazione non è un compito semplice. Le modulazioni della voce della Barber sono restituite con una qualità spaventosa, ma sempre evitando l'iper-analiticità innaturale, tipica delle elettroniche che vogliono stupire al primo contatto, per poi... essere vendute per sopravvenuta fatica d'ascolto. I piatti della batteria hanno quel tocco di dolcezza che dal vivo ascolteremmo in un locale mediamente assorbente, come in effetti è il Green Mill Jazz Bar di Chicago (non sto millantando una visita che non ho mai fatto, ho solo guardato una foto su Internet). E pure, nella loro quasi dolcezza, mantengono intatte le nuance tipiche di queste percussioni, dal suono di frequenza molto elevata. Mentre ascolto, cerco con difficoltà di tradurre prima in pensieri e poi in parole, una sensazione quasi impalpabile. Realizzo che v'è, nella prestazione di questa coppia di apparecchi, una sorta di silenzio tra le note, quel vituperato "nero infrastrumentale" che tanto fa ridere chi non sa di cosa si tratti, che si coglie tipicamente dal vivo e molto, molto raramente in una riproduzione musicale. E mentre butto giù questi appunti, alcuni colpi di congas arrivano con una dinamica tale da distrarmi dalle mie elucubrazioni. Il che potrebbe essere, ora che ci penso, una cosa positiva per chi mi legge con tanta pazienza. Proseguendo con questo disco, giunge "Black Magic Woman", celeberrimo brano di Peter Green, storicamente eseguito prima dai Fleetwood Mac, e poi da Santana, che ne ha fatto una hit mondiale. Anche la versione della Barber, un po' particolare, entra a buon diritto tra quelle da ascoltare. Lo splendido organo Hammond, qui utilizzato ampiamente, e l'assolo di percussioni e batteria, mi costringono ad alzare il volume a livelli vergognosamente alti Prima di passare al prossimo ascolto bisogna che vi spieghi, visto che non l'ho ancora fatto, che gli ascolti sono stati fatti col DAC collegato direttamente al finale, così da non interporre apparecchi di altri marchi tra i due, utilizzando il controllo di volume presente a bordo del DAC. Controllo che, per inciso, è escludibile, in caso si utilizzi un preamplificatore. Il suono delle congas, ancora una volta, è semplicemente stupendo, si sente l'accordatura delle pelli e lo sfregare dei polpastrelli del percussionista, dopo aver percosso il tamburo. Presto inizia l'emozionante dialogo chitarra-contrabbasso e, per la prima volta, sento lievissime (e fisiologiche, che non siamo macchine) differenze tra la forza dei colpi assestati dalla mano destra e sinistra dell'ottimo percussionista. Non nascondo un pizzico di soddisfazione, vi dirò, ché non è possibile che solo io sia imperfetto, quando tento di suonare qualcosa di più del citofono. Ringrazio quindi caldamente MSB ed i suoi tecnici per quest'opportuna illuminazione. Ovviamente, i gradi d'imperfezione sono "leggermente" diversi, ma fingerò indifferenza. Dopo essermi goduto un bel po' di CD, che non vi sto a raccontare altrimenti vi stufate, passo con riluttanza all'alta risoluzione, che ormai sapete quanto mi pesi attaccare il laptop all'impianto. Ma siccome ho scelto di scrivere questa recensione, mi tocca; inutile fare i capricci. L'Allegro del Violin Concerto n. 4 di Mozart (DXD 2L) mostra una naturalezza degli archi che, malgrado in tanti anni chi vi scrive abbia ascoltato di tutto e di più, è sorprendente. I contrabbassi sono nitidi come quando li ascolto all'Auditorium di Milano, magari seduto nelle prime file, sulla destra, proprio davanti a loro. Non dovrebbe ormai essere più un mistero che l'alta risoluzione abbia come maggior vantaggio sonoro proprio la più corretta risposta in gamma bassa, rispetto allo standard Red Book. Il suono del violino ha una presenza ed un rigore timbrico come molto raramente capita di ascoltare. E tutti sapete quanto sia difficile raggiungere un tale risultato. Lo strumento si materializza nello spazio davanti ai nostri occhi con estremo realismo e quando duetta con la viola si assiste ad uno spettacolo inebriante. I canti gregoriani di Crux Fidelis si svolgono in una Chiesa il cui riverbero (eco, potremmo chiamarlo) è molto ben ricostruito nel mio ambiente d'ascolto. I silenzi, indispensabili per godere appieno di questa forma d'arte, non sono in alcun modo disturbati dal rumore di fondo dell'elettronica. Quel rumore che non sappiamo esistere, che non percepiamo a causa dell'abitudine a sentirlo, ma che c'è. Solo che ce ne accorgiamo quando un apparecchio ha la silenziosità tipica dei grandi progetti. Lo sentiamo per sottrazione. Anche a seguito di questa cosa, le voci sono scandite molto bene e le dinamiche perfettamente rispettate. Insomma, una quindicina di giorni belli pieni di musica, questi due apparecchi me li hanno regalati. Il vantaggio principale del compito che mi assumo quando scrivo del suono degli apparecchi, è di poterli capire a fondo, e forse anche modestamente giudicare, collegati al mio impianto, in un ambiente che conosco. Alla faccia dell' "uno vale uno" di Facebookiana consuetudine, quando chiunque abbia messo il naso nella saletta di una fiera per 30 secondi, o al massimo a seguito di qualche minuto d'ascolto in un negozio e con un impianto sconosciuto, millanta di conoscere un apparecchio. Ogni tanto mi chiedo da dove arrivi tanto enciclopedico sapere, per poi accorgermi che si ripetono stereotipi triti e ritriti buoni per tutta la produzione di un determinato marchio o, addirittura, di un'intera Nazione. Nessuno può avere le esperienze d'ascolto che molti millantano, né una memoria abbastanza buona per confrontare suoni a 30/40 anni di distanza. Bisognerebbe davvero parlare di ciò che si conosce bene, e basta. Torniamo, in conclusione, ai nostri protagonisti. Abbiamo parlato di una coppia di apparecchi composta da un DAC di altissimo livello, che pure non è in cima alla produzione della Casa californiana, ed un amplificatore di potenza che è quello meno potente prodotto da MSB, disponendo di 200 W RMS per canale. Le caratteristiche costruttive delle due macchine fanno una certa impressione, sembra che non si sia economizzato su niente, e basta sollevarle per accorgersene. Il suono: è un non-suono. Praticamente sembra quanto di meglio abbia ascoltato nel mio impianto coi migliori apparecchi passati da qui, ma elevato in potenza. Difficile spiegare. Avete presente quando siete abituati al cielo terso di una ventosa giornata nella vostra città? Bello, pulito, di un azzurro intenso, carico, che vi mette in pace con la Natura. Ma se nella stessa giornata vi catapultate in alta montagna... Capito? Per quanto riguarda il prezzo, cosa volete che vi dica? Con 70.000 euro (se volete acquistare entrambi, s'intende) vi potete comprare un sacco di roba. Basta leggere i commenti sotto qualsiasi post di Facebook dove si parli di un componente costoso, e trovate tutte le alternative di spesa: dai box in centro a Milano, ai monolocali in provincia, al Mercedes ben accessoriato, allo stipendio della badante moldava per qualche anno. Vedete voi quello che volete fare coi vostri soldi, magari non avete bisogno di niente e siete ancora giovani per la badante, rinunciate alla macchina nuova, che tra 15 anni varrà zero, ed investite in MSB. Perché, in caso non ce lo ricordassimo, si vive una volta sola. Dicono. E quelli che credono nella reincarnazione, col massimo rispetto per un'idea molto affascinante, che ne sanno se rinasceranno audiofili? Meglio portarsi avanti... Angelo Jasparro Distributore per l'Italia: MondoAudio Produttore: MSB Technology Corp. Prezzi all'aprile 2021: Premier DAC euro 33.600,00 Amplificatore di potenza S200: euro 39.800,00 Ph: Poljphotography
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