Graham Audio: il ritorno della BBC
prima parte, di Domenico Pizzamiglio
BBC LS5/9
BBC, acronimo dell’ente radiotelevisivo britannico, ovvero la British Broadcasting Company, è da sempre, nel nostro mondo audiofilo, garanzia di qualità di progetto e di esecuzione.
I progetti BBC Licensed sono noti a tutti, a partire dalle ormai mitiche LS 3/5a, che nella loro storia sono state prodotte da svariati marchi (Goodmans, Spendor, Rogers, KEF e altri), per passare appunto attraverso il monitor cosiddetto per ambienti medi, l’LS 5/9 che ho ascoltato nel mio ambiente e l’LS 5/8 ascoltato da Angelo e studiato per i grandi ambienti.
Poiché la storia di questi prodotti è reperibile anche online, con tanto di dettagli tecnici, tagli di crossover e quant’altro, mi sembra poco utile stare qui a ripetere quanto a molti ormai noto, tranne che ora i prodotti che erano diventati introvabili (o che si trovavano solo nell’usato), come i due modelli qui in prova, sono tornati sul mercato grazie alla Graham Audio Ltd, sita – ovviamente – in Inghilterra che ha trovato nuovi altoparlanti in grado di sostituire i vecchi ormai non più prodotti da tempo, ma mantenendo gli standard voluti da BBC, tanto che l’acronimo BBC campeggia (con malcelato orgoglio) sulla confezione e sul prodotto.
I progetti BBC Licensed sono noti a tutti, a partire dalle ormai mitiche LS 3/5a, che nella loro storia sono state prodotte da svariati marchi (Goodmans, Spendor, Rogers, KEF e altri), per passare appunto attraverso il monitor cosiddetto per ambienti medi, l’LS 5/9 che ho ascoltato nel mio ambiente e l’LS 5/8 ascoltato da Angelo e studiato per i grandi ambienti.
Poiché la storia di questi prodotti è reperibile anche online, con tanto di dettagli tecnici, tagli di crossover e quant’altro, mi sembra poco utile stare qui a ripetere quanto a molti ormai noto, tranne che ora i prodotti che erano diventati introvabili (o che si trovavano solo nell’usato), come i due modelli qui in prova, sono tornati sul mercato grazie alla Graham Audio Ltd, sita – ovviamente – in Inghilterra che ha trovato nuovi altoparlanti in grado di sostituire i vecchi ormai non più prodotti da tempo, ma mantenendo gli standard voluti da BBC, tanto che l’acronimo BBC campeggia (con malcelato orgoglio) sulla confezione e sul prodotto.
Quanto agli altoparlanti delle LS 5/9 si tratta di un tweeter Son Audax HD 13D34H e di un woofer Diaphnatone in polypropilene da 20 cm di diametro.
I costi. Partiamo da questo perché è singolare come, malgrado l’Euro e il tempo che passa, i prezzi non siano molto elevati e comunque forse più aggredibili di un tempo. € 5.000,00 la coppia per le LS 5/9 (ricordo che l’ultimo prezzo al quale qui in Italia si trovavano le LS 5/12 – con altoparlanti Dynaudio – era di oltre 6.000,00 € la coppia) e € 10.000,00 la coppia per le LS 5/8. Un prezzo normale per le prime, mentre per le seconde, per quanto ho personalmente ascoltato (ma lo dirà poi meglio Angelo Jasparro), il costo appare addirittura conveniente.
Descrivere le LS 5/9 non è molto difficile. Le casse sono semplici nella loro costruzione. Il box in legno è lucidato a mano (meraviglioso il profumo di cera sprigionato dalle casse appena tolte dal bellissimo imballo) e sono a due vie; Le dimensioni sono 28cm x 27.5cm x 46cm; il peso è di 14 Kg l’una; la risposta in frequenza va da 50 a 16.000 Hz entro 3 db, la sensibilità è di 87 db ed il massimo livello ottenibile è di “oltre 100 db per entrambe ascoltandole a 2 mt” di distanza.
Ovviamente le casse sono state poste su piedistalli alti 60 cm, anche se in alcuni ambienti potrà essere utile stare leggermente sotto tale misura; e l’ascolto è stato fatto con il seguente impianto. Giradischi Bauer Audio DPS 2, braccio Mørch DP 6, testine Lyra Kleos e Denon SL1, pre-fono l’American Hybrid Technology –P; preamplificatore Lavardin C62; amplificatore finale il Bryston 2B-LP; sistema di altoparlanti Davis Acoustics Monitor 1; i cavi erano quelli consueti.
I costi. Partiamo da questo perché è singolare come, malgrado l’Euro e il tempo che passa, i prezzi non siano molto elevati e comunque forse più aggredibili di un tempo. € 5.000,00 la coppia per le LS 5/9 (ricordo che l’ultimo prezzo al quale qui in Italia si trovavano le LS 5/12 – con altoparlanti Dynaudio – era di oltre 6.000,00 € la coppia) e € 10.000,00 la coppia per le LS 5/8. Un prezzo normale per le prime, mentre per le seconde, per quanto ho personalmente ascoltato (ma lo dirà poi meglio Angelo Jasparro), il costo appare addirittura conveniente.
Descrivere le LS 5/9 non è molto difficile. Le casse sono semplici nella loro costruzione. Il box in legno è lucidato a mano (meraviglioso il profumo di cera sprigionato dalle casse appena tolte dal bellissimo imballo) e sono a due vie; Le dimensioni sono 28cm x 27.5cm x 46cm; il peso è di 14 Kg l’una; la risposta in frequenza va da 50 a 16.000 Hz entro 3 db, la sensibilità è di 87 db ed il massimo livello ottenibile è di “oltre 100 db per entrambe ascoltandole a 2 mt” di distanza.
Ovviamente le casse sono state poste su piedistalli alti 60 cm, anche se in alcuni ambienti potrà essere utile stare leggermente sotto tale misura; e l’ascolto è stato fatto con il seguente impianto. Giradischi Bauer Audio DPS 2, braccio Mørch DP 6, testine Lyra Kleos e Denon SL1, pre-fono l’American Hybrid Technology –P; preamplificatore Lavardin C62; amplificatore finale il Bryston 2B-LP; sistema di altoparlanti Davis Acoustics Monitor 1; i cavi erano quelli consueti.
L’inserimento in ambiente, per il cosiddetto rodaggio (c’è una foto sulla nostra pagina Facebook) è avvenuto sui piedistalli GM Audio da 70 cm di altezza. Troppi per le 5/9, ma non troppo invece il peso del piedestallo che controllava magistralmente il basso, lasciando fluide le gamme media e acuta. Voci eccellenti già con la cassa appena tolta dall’imballo e anche la compagine orchestrale era dotata di timbri veritieri (Messa in Si Minore di J.S. Bach, Minkoski, Naïve).
I timpani erano un po’ troppo arretrati, ma il woofer aveva lavorato non più di cinque minuti ed infatti la situazione si è poi modificata dopo un po’ di giorni e con l’uso di piedistalli più leggeri e bassi. L’ascolto rifatto successivamente aveva raggiunto una maggior dose di calore in gamma medio-bassa che dava peso agli strumenti e alle voci, ferma restando la capacità di restituire i timbri in modo molto accurato.
A mente (nel passato ebbi le Rogers LS 5/9 pilotate da pre e finale Burmester, 897 e 878) mi ricordavo una gamma acuta meno vivida e incisiva, ma probabilmente le differenze sono determinate dalla diversa amplificazione, sicuramente più aperta in alto rispetto ai Burmester degli anni 80. Qui non c’è traccia di eufonia, nemmeno nel medio-basso e tutto fila via liscio sino all’arrivo della gamma bassa più profonda che per forza di cose non c’è. Comunque anche l’ascolto dell’organo è considerabile come soddisfacente, benché sia evidente che la pedaliera non è presente come lo è con le Davis Monitor 1. Tuttavia penso che chi si rivolga a questo prodotto sappia già in partenza che la grancassa non sarà il fiore all’occhiello della riproduzione musicale nella sua catena domestica, ma se ascolterà un pianoforte ben registrato saprà di non soffrire troppo la mancanza della prima ottava che si sente, manca di peso, ma è bilanciata da tutto il resto, un resto di valore pressoché assoluto per fedeltà timbrica, capacità di riproporre la dinamica e – perché no – anche per la scena che queste 5/9 restituiscono; una scena che dipende in tutto da quanto è presente nella registrazione.
I timpani erano un po’ troppo arretrati, ma il woofer aveva lavorato non più di cinque minuti ed infatti la situazione si è poi modificata dopo un po’ di giorni e con l’uso di piedistalli più leggeri e bassi. L’ascolto rifatto successivamente aveva raggiunto una maggior dose di calore in gamma medio-bassa che dava peso agli strumenti e alle voci, ferma restando la capacità di restituire i timbri in modo molto accurato.
A mente (nel passato ebbi le Rogers LS 5/9 pilotate da pre e finale Burmester, 897 e 878) mi ricordavo una gamma acuta meno vivida e incisiva, ma probabilmente le differenze sono determinate dalla diversa amplificazione, sicuramente più aperta in alto rispetto ai Burmester degli anni 80. Qui non c’è traccia di eufonia, nemmeno nel medio-basso e tutto fila via liscio sino all’arrivo della gamma bassa più profonda che per forza di cose non c’è. Comunque anche l’ascolto dell’organo è considerabile come soddisfacente, benché sia evidente che la pedaliera non è presente come lo è con le Davis Monitor 1. Tuttavia penso che chi si rivolga a questo prodotto sappia già in partenza che la grancassa non sarà il fiore all’occhiello della riproduzione musicale nella sua catena domestica, ma se ascolterà un pianoforte ben registrato saprà di non soffrire troppo la mancanza della prima ottava che si sente, manca di peso, ma è bilanciata da tutto il resto, un resto di valore pressoché assoluto per fedeltà timbrica, capacità di riproporre la dinamica e – perché no – anche per la scena che queste 5/9 restituiscono; una scena che dipende in tutto da quanto è presente nella registrazione.
Ho parlato del pianoforte perché raramente capita di percepire così fedelmente il suono di uno strumento abbastanza complesso (e anche familiare) come è il pianoforte.
Anche nell’ascolto di alcuni concerti per pianoforte e orchestra (mi riferisco al triplo di Mozart, il Lodron, con Solti, Baremboim e Schiff al pianoforte) incanta quel timbro immacolato, quella sensazione di quasi poter vedere gli strumenti (magari da lontano, che tre pianoforti in due casse così piccole faticano a starci).
Molto naturale il risultato ottenuto con il vinile della Astrée con musiche per liuto di Bach suonate da Hopkinson Smith; i rumori di diteggiatura, le dita che scorrono sulle corde alla ricerca del giusto accordo, sono affascinanti e ben integrati in una restituzione che può essere definita come “naturale”.
Le 5/9 non sono casse per gli AC/DC, evidentemente; se la cavano egregiamente, ma l’impatto che quella musica chiede lo danno le 5/8.
Le 5/9, da veri monitor quali sono, sono impietose con le registrazioni mediocri; l’ascolto di “Alice non lo sa” di Francesco De Gregori (un nome che ai nostri lettori stranieri potrà dire poco, ma che in Italia è molto famoso) produce una cocente delusione per un basso fuori controllo, un acuto anch’esso troppo potente e la voce di De Gregori che risulta graffiante e poco piacevole e una buona dose di compressione dinamica.
Certo è che a tratti sembra di avere a che fare con delle elettrostatiche che però hanno un acuto più esteso e mai affaticante (peraltro modificabile spostando il cablaggio sulla morsettiera che si trova sul pannello frontale, dopo essersi muniti di saldatore). Resta il problema del basso corto, ma, come detto, chi sceglie questo prodotto sa già in partenza che la famosa registrazione degli aerei F16 di Telarc non è esattamente il loro genere.
Infine mi piace segnalare che le LS 5/9 suonano bene anche a volume moderato, da ascolto condominiale notturno; basta un minimo di potenza che arrivi ai morsetti e loro nascondono poco di quanto arriva, anche a volumi infimi come possono essere quelli notturni.
Come detto, il prezzo è di € 5.000,00 la coppia con la splendida (e profumata) livrea che avevano quelle da me avute; un prezzo congruo rispetto alla concorrenza. La potenza per farle suonare non è necessariamente tanta, ma sicuramente DEVE essere di qualità; lo esigono le casse e lo esige il suono che le 5/9 sanno restituire.
Passano gli anni, ma sembra che questi progetti non invecchino mai; la qualità, quando c’è, tale è e tale resta. Lieto, quindi, che le LS 5/9 siano tornate sul mercato mondiale.
***
Permettetemi due righe sull’ascolto delle LS 5/8 fatto a casa di Angelo Jasparro. Quello che mi ha più sorpreso è stato il rigore timbrico di questi monitor. Pare addirittura che altri scherzino, mentre le LS 5/8 facciano sul serio quando riproducono il timbro di ogni singolo strumento. La dinamica è notevole, come anche la tenuta in potenza e quel che si delinea davanti all’ascoltatore è uno strumento che ha sapore di vero, di presente. Non ci sono colorazioni (il tanto decantato British Sound, con il mediobasso un po’ tendente al caldo, qui non c’è proprio; qui c’è linearità) e si tende ad alzare il volume, ottenendo dei risultati che sembrerebbero poco credibili, viste le dimensioni dei woofer e dei cabinet. Che siano le voci, che sia il pianoforte di Pogorelic, che sia il Sacre du Printemps, che siano Ella & Louis (again o meno), tutto è chiaro, vero, credibile e come ho scritto sopra, il prezzo per la coppia di diffusori è da considerare assolutamente commisurato alla qualità (sonora) del prodotto. E poi le 5/8 hanno una gamma bassa di ottimo spessore e che scende anche parecchio e bene; gli strumenti in questo caso hanno anche il giusto corpo e i colpi di grancassa del Sacre (Dorati, Decca) sono violenti, potenti ed infine – mi tocca ripetermi – naturali.
Ma lascio lo spazio alle considerazioni e all’ascolto di Angelo Jasparro.
Mi permetto solo una aggiunta. Quando Angelo fece il reportage dello scorso Monaco Hi-End, caricò sul sito di Audio-Activity.com alcune foto. Vidi la foto delle 5/8 e gli scrissi subito per chiedergli se fossero delle repliche o delle casse originali (anche se la finitura mi faceva capire che si trattava di un prodotto nuovo). Ero ansioso di sapere cosa ne pensasse perché personalmente ho sempre in mente un ascolto delle 5/8 Rogers avvenuto tanti (troppi) anni fa e mi torna alla mente la meraviglia nell’ascoltare quelle due anonime casse con le maniglie, la loro accuratezza, la loro pulizia che faceva scomparire buona parte dei suoi competitor a quel tempo presenti in un negozio milanese.
Bene ho fatto ad insistere per recensirle perché quella meraviglia, malgrado gli anni passati e i tanti ascolti fatti, è stata confermata anche questa volta.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: Graham Audio
Distributore per l'Italia: Audio Point Italia
Prezzo di listino: euro 4.980,00 finitura Cherry
VAI ALLA SECONDA PARTE: BBC LS5/8
Anche nell’ascolto di alcuni concerti per pianoforte e orchestra (mi riferisco al triplo di Mozart, il Lodron, con Solti, Baremboim e Schiff al pianoforte) incanta quel timbro immacolato, quella sensazione di quasi poter vedere gli strumenti (magari da lontano, che tre pianoforti in due casse così piccole faticano a starci).
Molto naturale il risultato ottenuto con il vinile della Astrée con musiche per liuto di Bach suonate da Hopkinson Smith; i rumori di diteggiatura, le dita che scorrono sulle corde alla ricerca del giusto accordo, sono affascinanti e ben integrati in una restituzione che può essere definita come “naturale”.
Le 5/9 non sono casse per gli AC/DC, evidentemente; se la cavano egregiamente, ma l’impatto che quella musica chiede lo danno le 5/8.
Le 5/9, da veri monitor quali sono, sono impietose con le registrazioni mediocri; l’ascolto di “Alice non lo sa” di Francesco De Gregori (un nome che ai nostri lettori stranieri potrà dire poco, ma che in Italia è molto famoso) produce una cocente delusione per un basso fuori controllo, un acuto anch’esso troppo potente e la voce di De Gregori che risulta graffiante e poco piacevole e una buona dose di compressione dinamica.
Certo è che a tratti sembra di avere a che fare con delle elettrostatiche che però hanno un acuto più esteso e mai affaticante (peraltro modificabile spostando il cablaggio sulla morsettiera che si trova sul pannello frontale, dopo essersi muniti di saldatore). Resta il problema del basso corto, ma, come detto, chi sceglie questo prodotto sa già in partenza che la famosa registrazione degli aerei F16 di Telarc non è esattamente il loro genere.
Infine mi piace segnalare che le LS 5/9 suonano bene anche a volume moderato, da ascolto condominiale notturno; basta un minimo di potenza che arrivi ai morsetti e loro nascondono poco di quanto arriva, anche a volumi infimi come possono essere quelli notturni.
Come detto, il prezzo è di € 5.000,00 la coppia con la splendida (e profumata) livrea che avevano quelle da me avute; un prezzo congruo rispetto alla concorrenza. La potenza per farle suonare non è necessariamente tanta, ma sicuramente DEVE essere di qualità; lo esigono le casse e lo esige il suono che le 5/9 sanno restituire.
Passano gli anni, ma sembra che questi progetti non invecchino mai; la qualità, quando c’è, tale è e tale resta. Lieto, quindi, che le LS 5/9 siano tornate sul mercato mondiale.
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Permettetemi due righe sull’ascolto delle LS 5/8 fatto a casa di Angelo Jasparro. Quello che mi ha più sorpreso è stato il rigore timbrico di questi monitor. Pare addirittura che altri scherzino, mentre le LS 5/8 facciano sul serio quando riproducono il timbro di ogni singolo strumento. La dinamica è notevole, come anche la tenuta in potenza e quel che si delinea davanti all’ascoltatore è uno strumento che ha sapore di vero, di presente. Non ci sono colorazioni (il tanto decantato British Sound, con il mediobasso un po’ tendente al caldo, qui non c’è proprio; qui c’è linearità) e si tende ad alzare il volume, ottenendo dei risultati che sembrerebbero poco credibili, viste le dimensioni dei woofer e dei cabinet. Che siano le voci, che sia il pianoforte di Pogorelic, che sia il Sacre du Printemps, che siano Ella & Louis (again o meno), tutto è chiaro, vero, credibile e come ho scritto sopra, il prezzo per la coppia di diffusori è da considerare assolutamente commisurato alla qualità (sonora) del prodotto. E poi le 5/8 hanno una gamma bassa di ottimo spessore e che scende anche parecchio e bene; gli strumenti in questo caso hanno anche il giusto corpo e i colpi di grancassa del Sacre (Dorati, Decca) sono violenti, potenti ed infine – mi tocca ripetermi – naturali.
Ma lascio lo spazio alle considerazioni e all’ascolto di Angelo Jasparro.
Mi permetto solo una aggiunta. Quando Angelo fece il reportage dello scorso Monaco Hi-End, caricò sul sito di Audio-Activity.com alcune foto. Vidi la foto delle 5/8 e gli scrissi subito per chiedergli se fossero delle repliche o delle casse originali (anche se la finitura mi faceva capire che si trattava di un prodotto nuovo). Ero ansioso di sapere cosa ne pensasse perché personalmente ho sempre in mente un ascolto delle 5/8 Rogers avvenuto tanti (troppi) anni fa e mi torna alla mente la meraviglia nell’ascoltare quelle due anonime casse con le maniglie, la loro accuratezza, la loro pulizia che faceva scomparire buona parte dei suoi competitor a quel tempo presenti in un negozio milanese.
Bene ho fatto ad insistere per recensirle perché quella meraviglia, malgrado gli anni passati e i tanti ascolti fatti, è stata confermata anche questa volta.
Domenico Pizzamiglio
Produttore: Graham Audio
Distributore per l'Italia: Audio Point Italia
Prezzo di listino: euro 4.980,00 finitura Cherry
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