Graham Audio: il ritorno della BBC
seconda parte, di Angelo Jasparro
BBC LS5/8
In tutti gli hobby si scatenano tifoserie e partigianerie su tutto e tutti. Preferite una moto a 2 cilindri o a 4? Se foste allenatori di una squadra di calcio, quale modulo di gioco adottereste? Vi piace Topolino o Paperino? Potremmo fare esempi all'infinito ma ci siamo già spiegati. Veniamo all'audio, dove ci sono mille motivi di discussione: stato solido o valvole? Controreazione si o no? Alta potenza/bassa efficienza o bassa potenza/alta efficienza? E così via … basta seguire un forum qualunque o la posta di una rivista per leggere tutto ed il suo contrario ogni volta.
Tra le diatribe che dividono i tifosi di audio, v'è quella del numero perfetto delle vie delle quali dev'essere dotato un diffusore. Come tutti sapete, si possono trovare diffusori monovia, a 2 vie, 3, 4, 5 vie (ricordate le Dahlquist DQ10?). Ogni filosofia di realizzazione ha i suoi adepti, ed ognuno di essi adduce motivazioni tecniche a supporto della propria scelta. Dall'estrema coerenza di un monovia, che da solo riproduce tutte le frequenze, con le limitazioni ben note e da tutti riconosciute, ai più completi multivia, che hanno lo svantaggio di utilizzare crossover a volte estremamente grandi e complessi, causa di rotazioni di fase e di scarsa integrazione tra i vari altoparlanti contenuti nel diffusore, quando non perfettamente realizzati.
Posto, quindi, che il sistema perfetto non esiste, ogni progettista applica la propria filosofia, l'appassionato ascolta e decide cosa acquistare in base alle proprie convinzioni o alle proprie orecchie. Purtroppo non sempre le due cose vanno d'accordo e quando si privilegiano le prime, capita di ritrovarsi in cerca di altro poco dopo l'acquisto.
Tra le diatribe che dividono i tifosi di audio, v'è quella del numero perfetto delle vie delle quali dev'essere dotato un diffusore. Come tutti sapete, si possono trovare diffusori monovia, a 2 vie, 3, 4, 5 vie (ricordate le Dahlquist DQ10?). Ogni filosofia di realizzazione ha i suoi adepti, ed ognuno di essi adduce motivazioni tecniche a supporto della propria scelta. Dall'estrema coerenza di un monovia, che da solo riproduce tutte le frequenze, con le limitazioni ben note e da tutti riconosciute, ai più completi multivia, che hanno lo svantaggio di utilizzare crossover a volte estremamente grandi e complessi, causa di rotazioni di fase e di scarsa integrazione tra i vari altoparlanti contenuti nel diffusore, quando non perfettamente realizzati.
Posto, quindi, che il sistema perfetto non esiste, ogni progettista applica la propria filosofia, l'appassionato ascolta e decide cosa acquistare in base alle proprie convinzioni o alle proprie orecchie. Purtroppo non sempre le due cose vanno d'accordo e quando si privilegiano le prime, capita di ritrovarsi in cerca di altro poco dopo l'acquisto.
Questa introduzione ha lo scopo di presentare un diffusore piuttosto voluminoso e non propriamente economico, a 2 vie. Possibile, con tutto lo spazio che avanza per un bel midrange? Possibile, si. Intanto si tratta di un prodotto realizzato strettamente su licenza e specifiche della BBC inglese. Per qualche cenno storico circa questi progetti (v'è anche il modello 5/9, oltre all'universalmente acclamato 3/5), vi rimando a quanto scritto da Domenico Pizzamiglio nel suo articolo relativo al 5/9.
Quindi, niente 3 vie; il progetto BBC per questo genere di prodotto non le prevedeva. Ci vogliono 2 vie ma di quelle buone. Anzi, molto buone, che la gamma media è quella che dev'essere riprodotta meglio nelle 3/5 e 5/9 e non deve perdere una briciola della sua qualità neanche nel più grosso monitor 5/8, indicato per studi di registrazione e quindi necessariamente esteso nella risposta in frequenza.
Quindi, niente 3 vie; il progetto BBC per questo genere di prodotto non le prevedeva. Ci vogliono 2 vie ma di quelle buone. Anzi, molto buone, che la gamma media è quella che dev'essere riprodotta meglio nelle 3/5 e 5/9 e non deve perdere una briciola della sua qualità neanche nel più grosso monitor 5/8, indicato per studi di registrazione e quindi necessariamente esteso nella risposta in frequenza.
Graham Audio dispone quindi delle Licenze BBC per realizzare questi due modelli di diffusori e da tempo tutti sapete che le specifiche dell'Ente inglese sono talmente stringenti che la qualità dei prodotti ed il loro suono non possono discostarsi da prestazioni elevatissime.
Uno sguardo al link della stessa BBC dov'è pubblicato il pdf con le specifiche del progetto 5/8, chiarirà bene le idee a tutti: http://downloads.bbc.co.uk/rd/pubs/reports/1979-22.pdf
La cosa che più colpisce è l'introduzione, che traduciamo in italiano per i più pigri:
“Viene qui descritto un nuovo monitor da studio che può fornire un suono di alta qualità a livelli sonori abbastanza elevati per soddisfare le richieste di monitoraggio, dalla musica pop a quella seria.
Sono qui delineati i principi ed i criteri del progetto e la prestazione dei prototipi è valutata sia soggettivamente che oggettivamente.”
Tra l'altro, dobbiamo ricordare che le 5/8 sono nate come diffusori amplificati (si usavano due amplificatori Quad 405 modificati e schede di crossover attive). Derek Hughes, il progettista che vediamo in foto, ha riprogettato il diffusore al fine di renderlo passivo, sempre con la supervisione della BBC, che ne ha concesso licenza di produzione.
Negli anni, e non ne sono passati pochi dai primi modelli BBC, alcune cose sono cambiate, per fortuna in meglio. I woofer sono ora di qualità migliore, scendono meglio in frequenza, sono più robusti e sopportano quindi potenze superiori e la qualità dei componenti elettronici utilizzati nel crossover è migliorata sensibilmente.
Ricordo le diatribe tra i sostenitori dei vecchi diffusori Rogers, che litigavano sul suono a seconda delle varie impedenze dei modelli susseguitisi nel tempo, o anche tra le varie marche che hanno commercializzato i modelli 3/5 o superiori. Ma è solo di recente che questi diffusori, grazie alle nuove tecnologie applicate principalmente al woofer, hanno fatto un notevole salto qualitativo. Le Graham 5/9 che ho ascoltato da Domenico e delle quali leggerete nel suo articolo, stupiscono per risposta in basso, tenuta in potenza e dinamica (sempre in proporzione alle loro dimensioni, naturalmente), se confrontate, sebbene a memoria, con le progenitrici. Un veloce sguardo al sito della Volt, produttrice del woofer realizzato su specifiche Graham (e questa volta non è il solito argomento di marketing, tanto è vero che non trovate sul sito questi altoparlanti), vi convincerà della tecnologia che quest'azienda britannica possiede.
Uno sguardo al link della stessa BBC dov'è pubblicato il pdf con le specifiche del progetto 5/8, chiarirà bene le idee a tutti: http://downloads.bbc.co.uk/rd/pubs/reports/1979-22.pdf
La cosa che più colpisce è l'introduzione, che traduciamo in italiano per i più pigri:
“Viene qui descritto un nuovo monitor da studio che può fornire un suono di alta qualità a livelli sonori abbastanza elevati per soddisfare le richieste di monitoraggio, dalla musica pop a quella seria.
Sono qui delineati i principi ed i criteri del progetto e la prestazione dei prototipi è valutata sia soggettivamente che oggettivamente.”
Tra l'altro, dobbiamo ricordare che le 5/8 sono nate come diffusori amplificati (si usavano due amplificatori Quad 405 modificati e schede di crossover attive). Derek Hughes, il progettista che vediamo in foto, ha riprogettato il diffusore al fine di renderlo passivo, sempre con la supervisione della BBC, che ne ha concesso licenza di produzione.
Negli anni, e non ne sono passati pochi dai primi modelli BBC, alcune cose sono cambiate, per fortuna in meglio. I woofer sono ora di qualità migliore, scendono meglio in frequenza, sono più robusti e sopportano quindi potenze superiori e la qualità dei componenti elettronici utilizzati nel crossover è migliorata sensibilmente.
Ricordo le diatribe tra i sostenitori dei vecchi diffusori Rogers, che litigavano sul suono a seconda delle varie impedenze dei modelli susseguitisi nel tempo, o anche tra le varie marche che hanno commercializzato i modelli 3/5 o superiori. Ma è solo di recente che questi diffusori, grazie alle nuove tecnologie applicate principalmente al woofer, hanno fatto un notevole salto qualitativo. Le Graham 5/9 che ho ascoltato da Domenico e delle quali leggerete nel suo articolo, stupiscono per risposta in basso, tenuta in potenza e dinamica (sempre in proporzione alle loro dimensioni, naturalmente), se confrontate, sebbene a memoria, con le progenitrici. Un veloce sguardo al sito della Volt, produttrice del woofer realizzato su specifiche Graham (e questa volta non è il solito argomento di marketing, tanto è vero che non trovate sul sito questi altoparlanti), vi convincerà della tecnologia che quest'azienda britannica possiede.
Mentre scriviamo questa recensione, sul sito Graham non è ancora presente una pagina che faccia cenno alle 5/8. Vediamo solo un “Coming Soon”, apparso da pochi giorni, che almeno lascia ben sperare per il futuro (NdR: è finalmente apparsa).
Veniamo quindi a descrivere questi diffusori che vedono montati sul pannello frontale un tweeter francese Audax HD 13D34H ed un woofer in Polipropilene da 30 cm di diametro. Il grosso foro per il reflex sotto il woofer ed il pannello per i controlli in alto a destra.
Questi controlli prevedono, in uscita, l'attenuazione o l'esaltazione del tweeter di 1 o 2 dB, mentre quello in ingresso permette un'attenuazione di ½ dB. I cavetti da spostare sui contatti sono saldati, quindi la loro regolazione non è immediata. Le due sezioni seguono esattamente le prescrizioni originali della BBC e lavorano in serie, sommando i loro valori. Se per esempio l'uscita è regolata a +1 dB e l'ingresso a -0,5 dB, avremo un'uscita di + 0,5 dB.
Le caratteristiche dichiarate sono le seguenti:
Impedenza: 8 Ohm
Amplificazione raccomandata: 50-250 W indistorti
Risposta in frequenza: 40-16kHZ +/- 3 dB
Sensibilità: 89 dB
Uscita massima: oltre 110 dB la coppia di diffusori a 2 mt
Frequenza di crossover: 1,8 kHZ
Peso: 34 kg
Veniamo quindi a descrivere questi diffusori che vedono montati sul pannello frontale un tweeter francese Audax HD 13D34H ed un woofer in Polipropilene da 30 cm di diametro. Il grosso foro per il reflex sotto il woofer ed il pannello per i controlli in alto a destra.
Questi controlli prevedono, in uscita, l'attenuazione o l'esaltazione del tweeter di 1 o 2 dB, mentre quello in ingresso permette un'attenuazione di ½ dB. I cavetti da spostare sui contatti sono saldati, quindi la loro regolazione non è immediata. Le due sezioni seguono esattamente le prescrizioni originali della BBC e lavorano in serie, sommando i loro valori. Se per esempio l'uscita è regolata a +1 dB e l'ingresso a -0,5 dB, avremo un'uscita di + 0,5 dB.
Le caratteristiche dichiarate sono le seguenti:
Impedenza: 8 Ohm
Amplificazione raccomandata: 50-250 W indistorti
Risposta in frequenza: 40-16kHZ +/- 3 dB
Sensibilità: 89 dB
Uscita massima: oltre 110 dB la coppia di diffusori a 2 mt
Frequenza di crossover: 1,8 kHZ
Peso: 34 kg
Le 5/8 sono state connesse al seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa che noto, con le prime note emesse, è che i woofer non suonano “plasticosi”, malgrado le membrane in Polipropilene, al contrario di quanto ho spesso percepito in passato con altoparlanti di analoga fattura. Eppure il taglio col tweeter è a 1,8 kHz, quindi l'acuta voce di Jon Anderson in “Short Stories”, CD realizzato con Vangelis, dovrebbe risentire di eventuali difficoltà dell'altoparlante da 30 cm di diametro. Evidentemente, la sua realizzazione è talmente curata da non evidenziare alcun problema nella resa della gamma media. Il basso impressiona; è profondo e mai protagonista nella delicata e difficile gamma medio-bassa.
I suoni galleggiano nell'aria senza che si possa mai individuare, nei due diffusori, la sorgente della musica. La qualità dei due altoparlanti impiegati è strepitosa; degli acuti parleremo presto.
A proposito di voci, quella di Sarah Vaughan nel SACD che porta il suo nome (Verve), è entusiasmante. Mentre ascolto rifletto sul fatto che nei negozi di hi-fi si trova un bel po' di roba che, quando suona, ti racconta un sacco di balle, magari molto piacevoli, ma sempre di balle si tratta. Queste Graham no, loro di balle non ce ne raccontano. Fanno musica e basta. Sembra facile, eh?
Dopo la splendida “April in Paris” arriva “He's my Guy”, un brano swingato. Malgrado il notevole fruscio del nastro master utilizzato per la trasposizione su SACD (le registrazioni sono del 1954), le spazzole sul rullante sono perfettamente intelligibili, così come il chiudersi del charleston. L'atmosfera del piccolo e fumoso (lo so, il fumo fa male ed oggi non sarebbe più permesso ma l'immagine è evocativa) club jazz è perfettamente ricreata e, ancora una volta, ci si rende conto di quanto siamo fortunati ad aver scelto quest'hobby (o di essere stati da esso scelti).
Il sax e la tromba sono riprodotti con un rigore da veri monitor. Come al solito, quando si parla di monitor, bisogna intendersi bene. A volte si attribuisce a questa espressione un'accezione negativa, la si associa ad un suono affaticante, da strumento di misura del suono, più che da macchina da musica. Non è questo il caso, fortunatamente. A fronte di una trasparenza formidabile e persino incredibile, data l'assenza di un altoparlante dedicato alla gamma media, oltre che di una timbrica rigorosa e neutra, il medio-basso caldo e la gamma alta estesa ed ariosa (in spregio ai 16 kHz dichiarati), seppure dolce, costruiscono un piacere d'ascolto che difficilmente si riscontra nella concorrenza, soprattutto se associato ad un suono quasi privo di colorazioni aggiunte. Insomma, una specie di uovo di Colombo.
Dicevo che la mancanza del midrange non si nota. Evidentemente questo woofer, prodotto dall'inglese Volt, è di qualità sopraffina e risulta perfettamente integrato al tweeter francese Son Audax, lo stesso tra l'altro montato sulle piccole 5/9, descritte dal fido Domenico Pizzamiglio in questa prova combinata.
Un pianoforte davvero degno di nota quello registrato nel CD “Variations” (Stereophile). Le Graham ce lo propongono alla grande, senza aggiungere o togliere nulla al tipico suono dello Steinway D ripreso, grazie a Dio, con una coppia di microfoni posta ad una distanza dallo strumento che ne rende credibile l'ascolto. L'ampia dinamica della registrazione non spaventa mai le 5/8, che non solo non si scompongono, ma che sembrano digerire senza affanno qualsiasi segnale inviato dai due grossi e potenti Bryston.
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B ST, diffusori: JBL 4350B, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, LAT International XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
La prima cosa che noto, con le prime note emesse, è che i woofer non suonano “plasticosi”, malgrado le membrane in Polipropilene, al contrario di quanto ho spesso percepito in passato con altoparlanti di analoga fattura. Eppure il taglio col tweeter è a 1,8 kHz, quindi l'acuta voce di Jon Anderson in “Short Stories”, CD realizzato con Vangelis, dovrebbe risentire di eventuali difficoltà dell'altoparlante da 30 cm di diametro. Evidentemente, la sua realizzazione è talmente curata da non evidenziare alcun problema nella resa della gamma media. Il basso impressiona; è profondo e mai protagonista nella delicata e difficile gamma medio-bassa.
I suoni galleggiano nell'aria senza che si possa mai individuare, nei due diffusori, la sorgente della musica. La qualità dei due altoparlanti impiegati è strepitosa; degli acuti parleremo presto.
A proposito di voci, quella di Sarah Vaughan nel SACD che porta il suo nome (Verve), è entusiasmante. Mentre ascolto rifletto sul fatto che nei negozi di hi-fi si trova un bel po' di roba che, quando suona, ti racconta un sacco di balle, magari molto piacevoli, ma sempre di balle si tratta. Queste Graham no, loro di balle non ce ne raccontano. Fanno musica e basta. Sembra facile, eh?
Dopo la splendida “April in Paris” arriva “He's my Guy”, un brano swingato. Malgrado il notevole fruscio del nastro master utilizzato per la trasposizione su SACD (le registrazioni sono del 1954), le spazzole sul rullante sono perfettamente intelligibili, così come il chiudersi del charleston. L'atmosfera del piccolo e fumoso (lo so, il fumo fa male ed oggi non sarebbe più permesso ma l'immagine è evocativa) club jazz è perfettamente ricreata e, ancora una volta, ci si rende conto di quanto siamo fortunati ad aver scelto quest'hobby (o di essere stati da esso scelti).
Il sax e la tromba sono riprodotti con un rigore da veri monitor. Come al solito, quando si parla di monitor, bisogna intendersi bene. A volte si attribuisce a questa espressione un'accezione negativa, la si associa ad un suono affaticante, da strumento di misura del suono, più che da macchina da musica. Non è questo il caso, fortunatamente. A fronte di una trasparenza formidabile e persino incredibile, data l'assenza di un altoparlante dedicato alla gamma media, oltre che di una timbrica rigorosa e neutra, il medio-basso caldo e la gamma alta estesa ed ariosa (in spregio ai 16 kHz dichiarati), seppure dolce, costruiscono un piacere d'ascolto che difficilmente si riscontra nella concorrenza, soprattutto se associato ad un suono quasi privo di colorazioni aggiunte. Insomma, una specie di uovo di Colombo.
Dicevo che la mancanza del midrange non si nota. Evidentemente questo woofer, prodotto dall'inglese Volt, è di qualità sopraffina e risulta perfettamente integrato al tweeter francese Son Audax, lo stesso tra l'altro montato sulle piccole 5/9, descritte dal fido Domenico Pizzamiglio in questa prova combinata.
Un pianoforte davvero degno di nota quello registrato nel CD “Variations” (Stereophile). Le Graham ce lo propongono alla grande, senza aggiungere o togliere nulla al tipico suono dello Steinway D ripreso, grazie a Dio, con una coppia di microfoni posta ad una distanza dallo strumento che ne rende credibile l'ascolto. L'ampia dinamica della registrazione non spaventa mai le 5/8, che non solo non si scompongono, ma che sembrano digerire senza affanno qualsiasi segnale inviato dai due grossi e potenti Bryston.
La conseguenza di questa considerazione è la scelta di una grande orchestra e la London Symphony Orchestra diretta da John Williams in “The Hollywood Sound” (Sony Classical) è proprio quella che fa al caso nostro. Partiamo alla grande con “Lawrence of Arabia” a volume molto sostenuto (toh, che strano!). I timpani sono autorevoli e ben “stoppati”; in alcuni frangenti si coglie perfettamente il suono della pelle percossa dal battente. I piani sonori in profondità sono strepitosi, come strepitosa è la capacità di questi due diffusori, di dimensioni tutto sommato ancora contenute, di riempire di musica ambienti anche molto grandi. Chi sia stato allo Show di Monaco di questo 2015 lo potrà confermare senza ombra di dubbio. Impressionante è anche la velocità di risposta ai transienti, soprattutto se si considera la tipologia dei driver impiegati.
Vi siete già procurati la versione remaster a 24 bit di “Trio in Tokio” del Michel Petrucciani Trio? Se non l'avete ancora fatto, affrettatevi. La differenza col CD originale, che pure è molto ben suonante, è notevole. Le cose belle, e questo disco lo è senz'altro, vanno godute al meglio. L'accoppiata di questo CD e le 5/8 è fenomenale. Dolci, belli e naturali i suoni dei piatti della batteria di Steve Gadd, nervosi e rapidi quelli del piano di Petrucciani, ottimo ed abbondante il contrabbasso di Anthony Jackson. Tre musicisti che, insieme, fanno un'orchestra completa.
La pressione sonora indistorta che questi 2 vie sono in grado di produrre è davvero impressionante. Come conseguenza di ciò, la voglia di alzare il volume cessa solo quando le orecchie avvisano di essere “al completo”.
L'attacco di “Honeysuckle Rose” dal SACD “The Spirit of the Song” di Elaine Delmar (Signoricci/Fonè) è eseguito da uno dei contrabbassi meglio incisi che io conosca. La voce della cantante inglese è ariosa, i piatti della batteria materici e chiari, il pianoforte lineare e timbricamente ineccepibile. E le Graham? Appunto; ho appena cercato di descrivere ciò che esce dai loro altoparlanti.
In conclusione, non resta molto da aggiungere se non che un ascolto così affascinante non mi capitava da tempo. Diffusori di classe immensa questi Graham 5/8. Curioso, valutandone il prezzo al pubblico di 10.000 euro, che appaiano costosi se si guarda il numero degli altoparlanti che li compongono o il mobile che li contiene, semplice pur se realizzato con legno nobile, mentre se li si ascolta senza i pregiudizi visivi, li si potrebbe giudicare un grande affare, date le loro prestazioni.
Se mettiamo queste considerazioni sui due piatti di un'ipotetica bilancia, a mio giudizio siamo in pareggio ed otteniamo un rapporto qualità prezzo perfettamente centrato. Cosa sempre più rara in questo settore, negli ultimi anni.
Lasciatemi anche aggiungere una cosa: se dovessi, per qualche ragione, privarmi dei miei diffusori di riferimento, i candidati alla sostituzione, ad oggi e per quanto sopra esposto, sarebbero solo ed esclusivamente questi Graham 5/8. Quindi, se voi non avete abbastanza spazio per ospitare nelle vostre sale le JBL 4350B (sempre che le troviate senza difficoltà) e cercate un suono timbricamente molto sano, dinamico, materico e con la corretta presenza nella stanza (quindi niente suonino hi-fi con la gamma media in fondo alla sala del vicino di casa), affidatevi a questi inglesi senza timore. Per quanto mi sforzi, non vedo controindicazioni al loro acquisto. Tra l'altro, suonano con stato solido e valvole anche di potenza medio-bassa, senza fare storie.
E queste sono le recensioni che si vorrebbero sempre scrivere!
Angelo Jasparro
Vi siete già procurati la versione remaster a 24 bit di “Trio in Tokio” del Michel Petrucciani Trio? Se non l'avete ancora fatto, affrettatevi. La differenza col CD originale, che pure è molto ben suonante, è notevole. Le cose belle, e questo disco lo è senz'altro, vanno godute al meglio. L'accoppiata di questo CD e le 5/8 è fenomenale. Dolci, belli e naturali i suoni dei piatti della batteria di Steve Gadd, nervosi e rapidi quelli del piano di Petrucciani, ottimo ed abbondante il contrabbasso di Anthony Jackson. Tre musicisti che, insieme, fanno un'orchestra completa.
La pressione sonora indistorta che questi 2 vie sono in grado di produrre è davvero impressionante. Come conseguenza di ciò, la voglia di alzare il volume cessa solo quando le orecchie avvisano di essere “al completo”.
L'attacco di “Honeysuckle Rose” dal SACD “The Spirit of the Song” di Elaine Delmar (Signoricci/Fonè) è eseguito da uno dei contrabbassi meglio incisi che io conosca. La voce della cantante inglese è ariosa, i piatti della batteria materici e chiari, il pianoforte lineare e timbricamente ineccepibile. E le Graham? Appunto; ho appena cercato di descrivere ciò che esce dai loro altoparlanti.
In conclusione, non resta molto da aggiungere se non che un ascolto così affascinante non mi capitava da tempo. Diffusori di classe immensa questi Graham 5/8. Curioso, valutandone il prezzo al pubblico di 10.000 euro, che appaiano costosi se si guarda il numero degli altoparlanti che li compongono o il mobile che li contiene, semplice pur se realizzato con legno nobile, mentre se li si ascolta senza i pregiudizi visivi, li si potrebbe giudicare un grande affare, date le loro prestazioni.
Se mettiamo queste considerazioni sui due piatti di un'ipotetica bilancia, a mio giudizio siamo in pareggio ed otteniamo un rapporto qualità prezzo perfettamente centrato. Cosa sempre più rara in questo settore, negli ultimi anni.
Lasciatemi anche aggiungere una cosa: se dovessi, per qualche ragione, privarmi dei miei diffusori di riferimento, i candidati alla sostituzione, ad oggi e per quanto sopra esposto, sarebbero solo ed esclusivamente questi Graham 5/8. Quindi, se voi non avete abbastanza spazio per ospitare nelle vostre sale le JBL 4350B (sempre che le troviate senza difficoltà) e cercate un suono timbricamente molto sano, dinamico, materico e con la corretta presenza nella stanza (quindi niente suonino hi-fi con la gamma media in fondo alla sala del vicino di casa), affidatevi a questi inglesi senza timore. Per quanto mi sforzi, non vedo controindicazioni al loro acquisto. Tra l'altro, suonano con stato solido e valvole anche di potenza medio-bassa, senza fare storie.
E queste sono le recensioni che si vorrebbero sempre scrivere!
Angelo Jasparro
Produttore: Graham Audio
Distributore per l'Italia: Audio Point Italia
Prezzo di listino: euro 9.980,00 finitura Cherry
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Distributore per l'Italia: Audio Point Italia
Prezzo di listino: euro 9.980,00 finitura Cherry
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