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Cosa significa registrare?
Parte seconda
Segue dalla prima parte
2.The “mirror effect in sound's fusion time.
Nel 1996 formalizzavo con brevetto il sistema audio Andrea von Salis, in breve “AVS”. Il motivo essenziale per cui tale sistema funziona, creando un campo sonoro olofonico e 3D con 4 canali in emissione con qualsiasi registrazione stereo (volendo anche mono), è il concetto di “effetto specchio nel tempo di fusione del suono”. Il tempo di fusione del suono è quell'intervallo temporale entro il quale se due o più suoni differenti arrivano al sistema uditivo entro tale tempo (inferiore a 20 ms) il cervello non elabora la percezione di due suoni differenti ma crea una nuova struttura (Gestalt) che “fonde” i due stimoli in uno stimolo unico differente dai due. Nel caso del sistema AVS la fusione accade tra la scena acustica frontale e quella posteriore creata dai diffusori posteriori. Con opportune tarature del software e disposizione dei diffusori le due “scene acustiche” si fondono in una nuova 3D e coerente tra fronte e retro. Il dato fenomenologico interessante è che si odono anche una quantità di dettagli e sfumature sonore che nella riproduzione stereo restano inudibili, rendendo la riproduzione nettamente più realistica anche dal punto di vista della microinformazione. È da notare che la maggiore quantità di microinformazione percepita avviene a parità di contenuto informativo della traccia stereo, perché il software non introduce nuove informazioni ai canali posteriori, ma ne controlla in modo molto preciso l'invio da altro punto nello spazio. In teoria un tale modo di inviare i suoni al sistema uditivo era già stato studiato-proposto da altri (vedi NAD ai tempi) ma la cosa non funzionava appunto perché si mostravano fenomeni di cancellazione a pettine per le interferenze tra canali anteriori e posteriori e il fenomeno della “frontback confusion” che si instaura per esempio quando arriva un'ambulanza con suono continuo nel traffico e noi in auto non riusciamo a capire da dove viene per le riflessioni del suono interne all'abitacolo (per questo le sirene da tempo sono bitonali, per mitigare tale effetto). Ci voleva un passaggio in più: al disponibilità di filtri parametrici con minima rotazione di fase oltre a linee di ritardo totalmente trasparenti e con elevatissima risoluzione del tempo. Ora, se da un punto di vista fisico il sistema AVS non dovrebbe funzionare, di fatto funziona, come si può capire da tutte le recensioni fatte da giornalisti Hi-End nel mondo. Il punto cruciale è stato capire perché funziona! Il sistema AVS funziona perché induce e stabilizza nell'ascoltatore un assetto funzionale del cervello diverso da quello “normale”, che definisco stato di ascolto transizionale. In transizione cioè tra percepire e sognare il fenomeno sonoro. Definirei anche questo stato mentale “estasi musicale”. A questo stato di “estasi musicale” è correlato un modo particolare di funzionare da parte del cervello, che è attivo durante la nostra vita fetale. Questo modo particolare di funzionare del cervello elabora un campo sonoro ”virtuale” primario che è il campo sonoro presente nei sogni del feto. I sogni sono la prima esperienza percepibile della capacità del nostro cervello di creare realtà virtuale. La seconda esperienza descrivibile della capacità del nostro cervello di creare realtà virtuale è quantomeno l'esperienza dell'esistenza di un mondo “esterno”. Il computer con il quale scrivo è come mi “appare” perché il cervello organizza degli stimoli per farmi avere la percezione del computer che ho. Mi fermo qui ma vorrei che il punto restasse chiaro: tutto è “realtà virtuale” e il nostro cervello è certamente in grado di produrre due campi differenti di realtà virtuale, con “algoritmi simili” ma non identici, quello dei sogni e quello della “realtà”. Diciamolo in un altro modo. La ricostruzione di un campo sonoro virtuale passa da solo frontale – lo stereo – a 360° ma sempre con due soli canali, non con più canali tipo le varie soluzioni di Dolby o della quadrifonia. Quale è la differenza dunque tra i campi sonori a 360° che vengono ricostruiti da sistemi multicanale e quello AVS ricostruito con due canali? I sistemi multicanale cercano di far costruire al cervello un campo sonoro virtuale basandosi solo sulle modalità che il cervello utilizza per creare il campo sonoro “reale” binaurale, ovvero a partire dalle informazioni che pervengono (prevalentemente) dalle due orecchie. I canali posteriori dunque forniranno idealmente le informazioni sonore che nella “realtà” proverrebbero da dietro sempre con una modalità “stereo” standard. Il sistema AVS per mezzo della “riflessione” quasi speculare dei canali posteriori rispetto ai frontali induce comunque la ricostruzione di un campo sonoro virtuale di 360° ma, rispetto ai sistemi multicanale, tecnicamente con le informazioni front-rear in mono (se la rec. è “acustica”) rispetto alle informazioni in “stereo” anche per il front-rear. Sembra un handicap per una credibile ricostruzione tridimensionale dell'evento sonoro. In “realtà” è la chiave che consente di “accendere” o “accedere” all'altra modalità di costruzione di campi di eventi attiva durante i sogni. Per semplificare possiamo dire che così abbiamo informazioni stereofoniche che si basano sulla ricostruzione del campo sonoro con informazioni binaurali (tipiche della “realtà”) e informazioni monofoniche in campo olofonico (tipiche della “realtà” intrauterina) che attivano il sistema di costruzione della realtà onirica. Così si induce l'ascolto transizionale, in transizione appunto tra “percepire” l'evento e sognarlo. Ricordate la “magia” di cui scrivevo nelle prime righe? Ecco la “magia” che talvolta si palesa nei concerti live classici è l'accesso a tale stato mentale, a tale assetto funzionale. Che nei concerti live accade “talvolta” per una pluralità di motivi. Con il sistema AVS tale accesso si ha per “default” e si ascolta da tale “posizione” funzionale sempre. Il fatto è che in tale assetto funzionale il cervello ricrea un suono “ideale”, onirico, aprendoci alla meraviglia. Tale funzionamento corrisponde ad una iperattivazione del cervello, non una ipoattivazione. Vi sono varie condizioni tecniche di area audio che consentono lo stabilizzarsi di tale assetto funzionale. Il “cervello” in tale modalità di funzionamento è sensibilissimo a ciò che appare innaturale e la prima condizione da rispettare è una corretta risposta in frequenza del sistema audio. Credo che a parte situazioni davvero controllate senza un equalizzatore parametrico digitale che non modifichi la risposta in fase (il minimo teorico non eliminabile) sia difficile ottenere almeno un 40- 20000 Hz +/- 2 dB, con un controllo entro 0,5 dB della gamma media e acuta. Poi vi è da controllare nel sistema AVS il tempo di arrivo dei segnali provenienti dai canali frontali e quelli posteriori (e nel caso anche tra canali frontali e tra canali posteriori in caso di sistemazione asimmetrica dei diffusori). Tale controllo del tempo deve avvenire con la risoluzione di un campione, quindi circa tra 1/44.000 di sec. e 1/192000 sec. Quindi tra 25 milionesimi di sec. e circa 5 milionesimi di sec. Nel sw AVS la risoluzione minima è portata a 1 cm nello spazio, circa 30 milionesimi di sec. Avere uno strumento che permette un controllo della emissione nel tempo così preciso mi ha permesso di comprendere alcune questioni, ovvero l'importanza di una informazione “spaziale” coerente nella registrazione. Da qui nascono le registrazioni 3D/HD o “Virtual Reality” di Andrea von Salis. Andrea von Salis Fine seconda parte - vai alla terza parte |