Bryston 7B³
Se c'è una cosa che di solito non facciamo è recensire a breve scadenza due apparecchi della stessa marca, specialmente se svolgono la stessa funzione. Questa volta faremo un'eccezione e parleremo dei finali Bryston 7B³, dopo aver recensito gli omologhi 28B³ pochi mesi fa.
Le ragioni di questa scelta sono due: la prima e più importante è quella della richiesta da parte di alcuni lettori, sia su Facebook che via posta elettronica, di conoscere le prestazioni sonore di un'amplificazione di prezzo e caratteristiche più consone ad un normale impiego casalingo; la seconda è che, dopo aver chiuso la precedente recensione annunciando che avevo ordinato i 7B³ da inserire nel mio impianto di riferimento, mi sembrava giusto concludere la storia con un lieto fine (una cosa è averli ordinati, altra è sentirli suonare nel proprio impianto, converrete).
Prima di parlare nello specifico dei miei nuovi finali di potenza, vorrei soffermarmi brevemente su un fenomeno che ho notato in modo particolare da quando audio-activity.com ha ricominciato a parlare di Bryston. E' curioso come anche nell'alta fedeltà esistano mode ed apparecchi che entrano nelle grazie degli audiofili per mille diversi motivi, mentre altri apparecchi restano a volte relegati in seconda fila. Come accade ovunque, ci sono casi di fama usurpata e di ingiustificati discrediti.
Le ragioni di questa scelta sono due: la prima e più importante è quella della richiesta da parte di alcuni lettori, sia su Facebook che via posta elettronica, di conoscere le prestazioni sonore di un'amplificazione di prezzo e caratteristiche più consone ad un normale impiego casalingo; la seconda è che, dopo aver chiuso la precedente recensione annunciando che avevo ordinato i 7B³ da inserire nel mio impianto di riferimento, mi sembrava giusto concludere la storia con un lieto fine (una cosa è averli ordinati, altra è sentirli suonare nel proprio impianto, converrete).
Prima di parlare nello specifico dei miei nuovi finali di potenza, vorrei soffermarmi brevemente su un fenomeno che ho notato in modo particolare da quando audio-activity.com ha ricominciato a parlare di Bryston. E' curioso come anche nell'alta fedeltà esistano mode ed apparecchi che entrano nelle grazie degli audiofili per mille diversi motivi, mentre altri apparecchi restano a volte relegati in seconda fila. Come accade ovunque, ci sono casi di fama usurpata e di ingiustificati discrediti.
Per esempio, quando ho consigliato i nuovi Bryston a chi cercava un'amplificazione potente per un impianto di alto livello, il Direttore di una rivista di audio italiana mi ha risposto: “Ma stiamo scherzando?”.
Ovviamente, quando ci sono di mezzo i denari dei miei lettori, io non scherzo mai. Piuttosto, mi sembra che scherzino quelli che sottovalutano gli apparecchi senza conoscerli (e non conosce la serie nuova di Bryston, che abbiamo provato solo noi, in Italia) e, non contenti, si sperticano in consigli di usati trentennali di qualche Classe A coi condensatori inevitabilmente defunti, usati degli amici degli amici, eccetera eccetera.
C'è poco da fare, nel comune (ed errato) sentire, il suono Bryston non è “raffinato”. Cosa volete che vi dica, io quando sento l'aggettivo “raffinato” applicato al suono, sono colto da attacchi di orticaria.
Un dizionario on-line ci spiega il significato della parola in questo modo: “In senso fig., molto fine e ricercato, che raggiunge un alto livello di squisitezza o perfezione (anche in azioni o capacità negative)”. Ora, qualcuno dovrebbe essere così gentile da spiegarmi come ciò possa attenere ad un amplificatore di segnali audio. Un suono non può essere fine o ricercato, né tantomeno perfetto. Un suono è un suono, un mattone è un mattone. Avete mai visto un mattone raffinato?
Una musica, questa sì può essere raffinata, una persona può essere raffinata, lo zucchero può essere raffinato. Un'elettronica può avere una linea esteticamente raffinata (giudizio personalissimo, tra l'altro, e molto raramente univoco). Un suono no, i suoni raffinati non esistono, non si può dare un giudizio estetico o di merito su un suono, Si può suonare la batteria in modo raffinato, ma il suono di una percussione non è raffinato, è un suono e basta.
Se invece con “raffinato” si intenda dire di grana fine, allora ci si comincia a capire meglio. In questo caso, vi informo subito: in questi nuovi Bryston la grana è sconosciuta, il suono fila con una lucidità in gamma media ed alta, che molti concorrenti possono solo invidiare.
Ovviamente, quando ci sono di mezzo i denari dei miei lettori, io non scherzo mai. Piuttosto, mi sembra che scherzino quelli che sottovalutano gli apparecchi senza conoscerli (e non conosce la serie nuova di Bryston, che abbiamo provato solo noi, in Italia) e, non contenti, si sperticano in consigli di usati trentennali di qualche Classe A coi condensatori inevitabilmente defunti, usati degli amici degli amici, eccetera eccetera.
C'è poco da fare, nel comune (ed errato) sentire, il suono Bryston non è “raffinato”. Cosa volete che vi dica, io quando sento l'aggettivo “raffinato” applicato al suono, sono colto da attacchi di orticaria.
Un dizionario on-line ci spiega il significato della parola in questo modo: “In senso fig., molto fine e ricercato, che raggiunge un alto livello di squisitezza o perfezione (anche in azioni o capacità negative)”. Ora, qualcuno dovrebbe essere così gentile da spiegarmi come ciò possa attenere ad un amplificatore di segnali audio. Un suono non può essere fine o ricercato, né tantomeno perfetto. Un suono è un suono, un mattone è un mattone. Avete mai visto un mattone raffinato?
Una musica, questa sì può essere raffinata, una persona può essere raffinata, lo zucchero può essere raffinato. Un'elettronica può avere una linea esteticamente raffinata (giudizio personalissimo, tra l'altro, e molto raramente univoco). Un suono no, i suoni raffinati non esistono, non si può dare un giudizio estetico o di merito su un suono, Si può suonare la batteria in modo raffinato, ma il suono di una percussione non è raffinato, è un suono e basta.
Se invece con “raffinato” si intenda dire di grana fine, allora ci si comincia a capire meglio. In questo caso, vi informo subito: in questi nuovi Bryston la grana è sconosciuta, il suono fila con una lucidità in gamma media ed alta, che molti concorrenti possono solo invidiare.
Credo di essermi spiegato a sufficienza.
Quello che invece ho la pretesa di fare, è di divulgare un fatto: questa nuova serie di Bryston non solo suona come i predecessori non riuscivano a fare, ma difficilmente si può anche solo immaginare di chiedere di più ad un'amplificazione di potenza. A meno che non si desiderino colorazioni, aberrazioni del segnale, distorsioni.
Per queste caratteristiche, spesso ricercate anche inconsciamente dagli “audiofili raffinati” (questa me la segno … anzi, l'ho già scritta), potete rivolgervi altrove, che le troverete a piene mani anche in enormi catafalchi da 50.000 euro o più, e che ricordano lo spreco di risorse delle piramidi egizie (che sono sbalorditive ma, converrete con me, un pelo ridondanti per la custodia di un piccolo corpo mummificato, sebbene accompagnato dai suoi averi terreni).
Ecco, a tal proposito noto che Bryston abbia la capacità di progettare le sue macchina da musica con la saggezza di chi sa come arrivare ad un certo risultato senza inutili (e spesso costose) ridondanze. Dritti al punto, senza deviare attraverso telai pesanti come macigni, trasformatori da centrale elettrica o altri inutili orpelli.
In compenso, dichiarano 600 Watt RMS su 8 Ohm e dalle schede di misura se ne evincono 679, mentre la distorsione armonica totale è misurata alla massima potenza a tutte le frequenze, come dimostra la fotografia della scheda di uno dei due finali mono.
A proposito di caratteristiche, riportiamo quelle dichiarate dal produttore:
“Il Bryston 7B³ è un amplificatore di potenza mono che offre una libertà virtualmente perfetta dai sovraccarichi con ogni tipo di altoparlante. Assicura un incredibile grado di trasparenza, musicalità e facilità di ascolto.
Power Capabilities:
600W into 8Ω
900W into 4Ω
Features:
Active extremely low distortion input buffer
Balanced and Single Ended audio inputs
Selectable gain at 23 or 29dB
Regulated power supplies to all voltage gain stages
Convection cooled and housed in a fully aluminum chassis.
No fans or other moving parts
Energy storage power transformers maximize dynamic range
Specifications:
Harmonic Distortion: ≤.005% from 20Hz to 20kHz at 600W
Noise below full output: -113dB single ended, -116dB balanced
Slew Rate: >60V/µS
Power Bandwidth: .5Hz to >100kHz
Damping Factor: >300 at 20Hz (8Ω)
Switchable Gain: 23dB or 29dB
Options:
Available with silver or black faceplate (3U + .55”)
17” (without handles) or 19” (with handles) faceplate available (non-rack mountable)
Rack mountable Pro Edition available in black (see Cubed Pro for more details)
A questo punto, di solito passo ad elencare i componenti del mio impianto di riferimento e vi descrivo ciò che ascolto col componente in prova. Questa volta non sarà necessario farlo, per un semplice motivo: se rileggete le impressioni d'ascolto dei 28B³ troverete le stesso cose che potrei scrivere oggi, ascoltando questi 7B³.
Differenze? Nella timbrica no, pur non potendoli confrontare direttamente, direi che sono quasi perfettamente sovrapponibili. Forse qui abbiamo un filino di cattiveria dinamica in meno, ma potrebbe essere solo un'impressione dovuta all'incredibile ed illimitata riserva dinamica dei 28B, che sulla carta non dovrebbe essere necessaria coi miei diffusori da 96 dB ma che invece, in qualche modo, si riesce a percepire. Questi 7B lavorano a temperature molto più basse; i 28 non si potevano toccare anche in assenza di segnale, dopo tre ore dall'accensione, i 7, anche quando spingono, si intiepidiscono in maniera appena apprezzabile. Non so se si tratti di diversa polarizzazione dei finali o, semplicemente, che i dissipatori dei 7B risultano più estesi, in proporzione alla potenza emessa dall'amplificatore.
Anche questi finali, come i loro fratelli maggiori, hanno un dispositivo che assicura la carica lenta dei condensatori, e che emette un curioso rumore per un paio di secondi, mentre è in funzione.
Una volta accesi gli amplificatori resta, sopra tutto, l'incredibile silenzio, sia in assenza di segnale, che durante il suono. Il silenzio proprio dei campioni, dei migliori. Il silenzio che migliora l'intelligibilità degli strumenti più lontani dai microfoni durante i pieni orchestrali, delle piccole percussioni negli arrangiamenti più complessi, del “respiro” dell'orchestra, della vita che si dovrebbe percepire in ogni registrazione, quando ne sia parte.
C'è poco da aggiungere a quanto avevo già scritto nella precedente recensione; questi signori di Bryston sanno cos'è il suono e come amplificarlo senza danneggiarne la purezza, senza cercare effetti speciali che in un primo momento catturano l'attenzione ma che alla lunga si trasformano in spine nel fianco degli sfortunati acquirenti.
I 7B³ fanno suonare alla grande le mie JBL 4350B ma anche le Tannoy GRF 90 che da poco sono arrivate nella mia sala d'ascolto, pronte per una recensione e che, ve lo posso anticipare, suonano stupendamente.
Ricordo ancora una volta a chi ci legge che se gli amplificatori Bryston sono regolarmente acquistati dai distributori del Paese dove si risiede, sono accompagnati da una garanzia di 20 anni, che vi mette al riparo da qualsiasi sgradita sorpresa.
Se siete in cerca di amplificatori pressoché universali, capaci di pilotare anche i diffusori più ostici con forza ma anche estrema delicatezza quando richiesto dalla musica, non fatevi scappare un ascolto di queste macchine, senza lasciarvi ingannare dal costo relativamente abbordabile. Valgono molto di più di quanto richiesto, se rapportati alla concorrenza.
Dopo un mese di uso continuo, sono sempre più contento di averli inseriti nel mio impianto di riferimento Questo 2017 è cominciato sotto i migliori auspici ed apriamo le danze per un nuovo anno pieno di grande musica, dal vivo e … quasi dal vivo.
Continuate a seguirci.
Angelo Jasparro
Produttore: Bryston
Distributore: Audio Reference
Prezzo: euro 9.575,00 cad.
Quello che invece ho la pretesa di fare, è di divulgare un fatto: questa nuova serie di Bryston non solo suona come i predecessori non riuscivano a fare, ma difficilmente si può anche solo immaginare di chiedere di più ad un'amplificazione di potenza. A meno che non si desiderino colorazioni, aberrazioni del segnale, distorsioni.
Per queste caratteristiche, spesso ricercate anche inconsciamente dagli “audiofili raffinati” (questa me la segno … anzi, l'ho già scritta), potete rivolgervi altrove, che le troverete a piene mani anche in enormi catafalchi da 50.000 euro o più, e che ricordano lo spreco di risorse delle piramidi egizie (che sono sbalorditive ma, converrete con me, un pelo ridondanti per la custodia di un piccolo corpo mummificato, sebbene accompagnato dai suoi averi terreni).
Ecco, a tal proposito noto che Bryston abbia la capacità di progettare le sue macchina da musica con la saggezza di chi sa come arrivare ad un certo risultato senza inutili (e spesso costose) ridondanze. Dritti al punto, senza deviare attraverso telai pesanti come macigni, trasformatori da centrale elettrica o altri inutili orpelli.
In compenso, dichiarano 600 Watt RMS su 8 Ohm e dalle schede di misura se ne evincono 679, mentre la distorsione armonica totale è misurata alla massima potenza a tutte le frequenze, come dimostra la fotografia della scheda di uno dei due finali mono.
A proposito di caratteristiche, riportiamo quelle dichiarate dal produttore:
“Il Bryston 7B³ è un amplificatore di potenza mono che offre una libertà virtualmente perfetta dai sovraccarichi con ogni tipo di altoparlante. Assicura un incredibile grado di trasparenza, musicalità e facilità di ascolto.
Power Capabilities:
600W into 8Ω
900W into 4Ω
Features:
Active extremely low distortion input buffer
Balanced and Single Ended audio inputs
Selectable gain at 23 or 29dB
Regulated power supplies to all voltage gain stages
Convection cooled and housed in a fully aluminum chassis.
No fans or other moving parts
Energy storage power transformers maximize dynamic range
Specifications:
Harmonic Distortion: ≤.005% from 20Hz to 20kHz at 600W
Noise below full output: -113dB single ended, -116dB balanced
Slew Rate: >60V/µS
Power Bandwidth: .5Hz to >100kHz
Damping Factor: >300 at 20Hz (8Ω)
Switchable Gain: 23dB or 29dB
Options:
Available with silver or black faceplate (3U + .55”)
17” (without handles) or 19” (with handles) faceplate available (non-rack mountable)
Rack mountable Pro Edition available in black (see Cubed Pro for more details)
A questo punto, di solito passo ad elencare i componenti del mio impianto di riferimento e vi descrivo ciò che ascolto col componente in prova. Questa volta non sarà necessario farlo, per un semplice motivo: se rileggete le impressioni d'ascolto dei 28B³ troverete le stesso cose che potrei scrivere oggi, ascoltando questi 7B³.
Differenze? Nella timbrica no, pur non potendoli confrontare direttamente, direi che sono quasi perfettamente sovrapponibili. Forse qui abbiamo un filino di cattiveria dinamica in meno, ma potrebbe essere solo un'impressione dovuta all'incredibile ed illimitata riserva dinamica dei 28B, che sulla carta non dovrebbe essere necessaria coi miei diffusori da 96 dB ma che invece, in qualche modo, si riesce a percepire. Questi 7B lavorano a temperature molto più basse; i 28 non si potevano toccare anche in assenza di segnale, dopo tre ore dall'accensione, i 7, anche quando spingono, si intiepidiscono in maniera appena apprezzabile. Non so se si tratti di diversa polarizzazione dei finali o, semplicemente, che i dissipatori dei 7B risultano più estesi, in proporzione alla potenza emessa dall'amplificatore.
Anche questi finali, come i loro fratelli maggiori, hanno un dispositivo che assicura la carica lenta dei condensatori, e che emette un curioso rumore per un paio di secondi, mentre è in funzione.
Una volta accesi gli amplificatori resta, sopra tutto, l'incredibile silenzio, sia in assenza di segnale, che durante il suono. Il silenzio proprio dei campioni, dei migliori. Il silenzio che migliora l'intelligibilità degli strumenti più lontani dai microfoni durante i pieni orchestrali, delle piccole percussioni negli arrangiamenti più complessi, del “respiro” dell'orchestra, della vita che si dovrebbe percepire in ogni registrazione, quando ne sia parte.
C'è poco da aggiungere a quanto avevo già scritto nella precedente recensione; questi signori di Bryston sanno cos'è il suono e come amplificarlo senza danneggiarne la purezza, senza cercare effetti speciali che in un primo momento catturano l'attenzione ma che alla lunga si trasformano in spine nel fianco degli sfortunati acquirenti.
I 7B³ fanno suonare alla grande le mie JBL 4350B ma anche le Tannoy GRF 90 che da poco sono arrivate nella mia sala d'ascolto, pronte per una recensione e che, ve lo posso anticipare, suonano stupendamente.
Ricordo ancora una volta a chi ci legge che se gli amplificatori Bryston sono regolarmente acquistati dai distributori del Paese dove si risiede, sono accompagnati da una garanzia di 20 anni, che vi mette al riparo da qualsiasi sgradita sorpresa.
Se siete in cerca di amplificatori pressoché universali, capaci di pilotare anche i diffusori più ostici con forza ma anche estrema delicatezza quando richiesto dalla musica, non fatevi scappare un ascolto di queste macchine, senza lasciarvi ingannare dal costo relativamente abbordabile. Valgono molto di più di quanto richiesto, se rapportati alla concorrenza.
Dopo un mese di uso continuo, sono sempre più contento di averli inseriti nel mio impianto di riferimento Questo 2017 è cominciato sotto i migliori auspici ed apriamo le danze per un nuovo anno pieno di grande musica, dal vivo e … quasi dal vivo.
Continuate a seguirci.
Angelo Jasparro
Produttore: Bryston
Distributore: Audio Reference
Prezzo: euro 9.575,00 cad.