Gold Note P-1000
Preamplificatori, che passione!
Già, perché malgrado gli amplificatori di potenza esercitino un gran fascino a causa delle loro dimensioni e peso, e facciano il “magico” lavoro di elevare di molti ordini di grandezza il segnale in ingresso, è più facile che il preamplificatore abbia effetti sul suono globale del nostro impianto.
Nella mia ormai lunga carriera di recensore ho provato svariati preamplificatori, di tutti i prezzi ed ognuno di loro, a valvole o a stato solido che fosse, ha evidenziato caratteristiche ben precise, nel bene o nel male. Il mio punto di vista è che meno ci fa percepire la sua presenza nel connotare il suono, meglio sia.
Sto scoprendo l’acqua calda? A giudicare da tanti apparecchi che ascolto, qui da me per recensirli, o in impianti altrui, la cosa non è affatto scontata. Neanche un po’.
Oggi tocca al nuovo Gold Note, il P-1000, passare sotto le nostre forche caudine e la curiosità di provarlo, dopo la lusinghiera prestazione del pre phono PH-10, ci ha costretto a richiederlo in prova non appena saputo della sua messa in commercio.
Gentilmente, Gold Note ci ha ritenuti all’altezza del lavoro, ed ecco che il P-1000 è giunto nella mia sala d’ascolto.
Già, perché malgrado gli amplificatori di potenza esercitino un gran fascino a causa delle loro dimensioni e peso, e facciano il “magico” lavoro di elevare di molti ordini di grandezza il segnale in ingresso, è più facile che il preamplificatore abbia effetti sul suono globale del nostro impianto.
Nella mia ormai lunga carriera di recensore ho provato svariati preamplificatori, di tutti i prezzi ed ognuno di loro, a valvole o a stato solido che fosse, ha evidenziato caratteristiche ben precise, nel bene o nel male. Il mio punto di vista è che meno ci fa percepire la sua presenza nel connotare il suono, meglio sia.
Sto scoprendo l’acqua calda? A giudicare da tanti apparecchi che ascolto, qui da me per recensirli, o in impianti altrui, la cosa non è affatto scontata. Neanche un po’.
Oggi tocca al nuovo Gold Note, il P-1000, passare sotto le nostre forche caudine e la curiosità di provarlo, dopo la lusinghiera prestazione del pre phono PH-10, ci ha costretto a richiederlo in prova non appena saputo della sua messa in commercio.
Gentilmente, Gold Note ci ha ritenuti all’altezza del lavoro, ed ecco che il P-1000 è giunto nella mia sala d’ascolto.
Comincio subito con la descrizione dell’apparecchio, che è di progettazione estremamente avanzata e che ricorda esteticamente (e non solo) altri apparecchi della famiglia Gold Note.
Il P-1000 è dotato di 6 stadi di guadagno e di un controllo di volume a relè/ottico, come dimostrano gli udibili scatti quando si regola il livello. Scatti che, se sulle prime possono lasciare un po’ perplessi, presto diventano la normalità e non ci si accorge neanche più del loro intervento.
Tre sono le alimentazioni separate (una per canale trattandosi di un dual-mono ed una per i servizi) e 5 gli ingressi linea, tutti sdoppiati tra bilanciati e sbilanciati, così da non porre alcuna limitazione di connessione. A richiesta si può avere un ingresso digitale, con DAC interno. Anche le uscite sono disponibili con entrambe le modalità, oltre a quella, sempre bilanciata, alla quale si può connettere lo stadio d’uscita a valvole, da acquistare come optional, facoltà prevista anche per il pre phono che abbiamo già recensito. E come per quest’ultimo, anche qui è previsto l’eventuale super alimentatore PSU1000, per migliorare ancora le prestazioni, secondo quanto afferma Gold Note. Io non avevo a disposizione nessuna opzione, quindi valuterò il suono dell’apparecchio come esce di fabbrica.
Completa la dotazione della parte posteriore la classica vaschetta IEC per l’alimentazione.
Il frontale, piuttosto semplice ma ottimamente disegnato, prevede una modanatura contenente il marchio Gold Note, lo stesso display che abbiamo visto sul phono e la manopola multifunzione che permette di regolare il volume a passi di 0,5 dB e di navigare con semplicità in tutti i menu proposti a video. Il robusto telaio realizzato in alluminio poggia su 4 piedini di ottima qualità.
Tra le regolazioni possibili, che rendono questo preamplificatore molto versatile, la scelta tra mono e stereo, l’inversione dei canali, la fase/polarità assoluta, il bilanciamento e l’originale “boost”, che aumenta l’estensione in bassa frequenza, qualora il vostro sistema ne benefici in qualche modo o ne possa avere bisogno.
La circuitazione del P-1000 è interamente bilanciata ed il guadagno dei singoli ingressi audio è memorizzabile, così da equiparare il livello di uscita verso il finale per tutte le sorgenti collegate. Opzione, quest’ultima, estremamente utile, soprattutto se a monte avete un pre phono, il cui livello di uscita può variare di molto.
L’apparecchio pesa 15 Kg, che per un preamplificatore è un dato degno di nota. Il telecomando, interamente in alluminio, è pesante e funziona senza incertezze.
Il P-1000 è dotato di 6 stadi di guadagno e di un controllo di volume a relè/ottico, come dimostrano gli udibili scatti quando si regola il livello. Scatti che, se sulle prime possono lasciare un po’ perplessi, presto diventano la normalità e non ci si accorge neanche più del loro intervento.
Tre sono le alimentazioni separate (una per canale trattandosi di un dual-mono ed una per i servizi) e 5 gli ingressi linea, tutti sdoppiati tra bilanciati e sbilanciati, così da non porre alcuna limitazione di connessione. A richiesta si può avere un ingresso digitale, con DAC interno. Anche le uscite sono disponibili con entrambe le modalità, oltre a quella, sempre bilanciata, alla quale si può connettere lo stadio d’uscita a valvole, da acquistare come optional, facoltà prevista anche per il pre phono che abbiamo già recensito. E come per quest’ultimo, anche qui è previsto l’eventuale super alimentatore PSU1000, per migliorare ancora le prestazioni, secondo quanto afferma Gold Note. Io non avevo a disposizione nessuna opzione, quindi valuterò il suono dell’apparecchio come esce di fabbrica.
Completa la dotazione della parte posteriore la classica vaschetta IEC per l’alimentazione.
Il frontale, piuttosto semplice ma ottimamente disegnato, prevede una modanatura contenente il marchio Gold Note, lo stesso display che abbiamo visto sul phono e la manopola multifunzione che permette di regolare il volume a passi di 0,5 dB e di navigare con semplicità in tutti i menu proposti a video. Il robusto telaio realizzato in alluminio poggia su 4 piedini di ottima qualità.
Tra le regolazioni possibili, che rendono questo preamplificatore molto versatile, la scelta tra mono e stereo, l’inversione dei canali, la fase/polarità assoluta, il bilanciamento e l’originale “boost”, che aumenta l’estensione in bassa frequenza, qualora il vostro sistema ne benefici in qualche modo o ne possa avere bisogno.
La circuitazione del P-1000 è interamente bilanciata ed il guadagno dei singoli ingressi audio è memorizzabile, così da equiparare il livello di uscita verso il finale per tutte le sorgenti collegate. Opzione, quest’ultima, estremamente utile, soprattutto se a monte avete un pre phono, il cui livello di uscita può variare di molto.
L’apparecchio pesa 15 Kg, che per un preamplificatore è un dato degno di nota. Il telecomando, interamente in alluminio, è pesante e funziona senza incertezze.
Il preamplificatore Gold Note P-1000 è stato ascoltato nel seguente impianto:
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B³, diffusori: JBL 4350B, subwoofer Velodyne SPL-1200, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavo phono Cammino PH B 2.2 Ref XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Il primo CD utilizzato è “Visions” del gruppo Gaia Cuatro (Abeat), un insieme di composizioni molto interessanti, cariche di sonorità “World”, ma anche Jazz e Tango contemporaneo, sul genere di Piazzolla, per intenderci. Abilissimi i musicisti del gruppo, così come molto abile è chi ha registrato e masterizzato questo disco. Il Gold Note evoca da subito una sensazione di realismo e dinamica che fa ben sperare per il prosieguo degli ascolti.
Il violino di Aska Kaneko non punge mai oltre il dovuto (si, perché il violino un po’ deve pungere, altrimenti si cade nella melassa da my-fi della peggior specie), e mantiene il corpo caratterizzato dalla seppur piccola cassa armonica, grazie ad una ripresa fedele e ad una altrettanto fedele riproduzione. Veloci i transienti delle percussioni e molto lineare la timbrica del pianoforte.
Anche l’ascolto di Paolo Conte col CD “Una faccia in prestito” (CGD) è esente da critiche. Il contrabbasso scende molto ed è ben controllato (che non significa troppo asciutto, come a volte qualcuno interpreta), metre la voce del cantautore astigiano resta sempre in perfetto equilibrio rispetto agli strumenti che l’accompagnano. Bene anche l’estensione sulle alte frequenze, complete e mai affaticanti.
La parte più grave della tastiera del pianoforte di Conte è imperiosa, pesante, ma sempre in perfetto equilibrio col resto dei tasti.
Approfitto di questa recensione per consigliarvi un CD (o file in HD, se preferite) Velut Luna, alla cui registrazione ho assistito personalmente, si intitola Jazz Nature ed è interpretato dall’ottima Lucia MInetti con un duo chitarra e contrabbasso. Il Gold Note appare del tutto trasparente al messaggio inciso da Marco Lincetto. La dinamica pressoché illimitata della voce è espressa in tutti i suoi colori, ed anche la chitarra ed il contrabbasso che accompagnano la Minetti ricalcano fedelmente i suoni reali ascoltati in quell’interessante giornata.
L’ottima tecnica della cantante e dei suoi musicisti traspare intatta; qui non si tratta di gusti, come spesso afferma chi non è avvezzo ad ascoltare musica dal vivo, è semplicemente il “suono vero”, senza addolcimenti, compressioni, distorsioni o colorazioni aggiunte.
Cambio genere e passo al Requiem di Berlioz, interpretato dalla Utah Symphony Orchestra diretta da Maurice Abravanel (SACD Vanguard). Meravigliosamente riprodotti i cori femminili e maschili del Requiem iniziale. Questa composizione ha dei salti dinamici impressionanti ed il P-1000 li segue con velocità fulminea e riserve di energia apparentemente illimitate, col risultato di trasportare chi ascolta direttamente nell’impressionante (per noi, abituati a teatri piccoli) Mormon Tabernacle di Salt Lake City.
Il Gold Note P-1000 ha suonato a casa mia per oltre un mese e non ha mai evidenziato criticità. Non parlo di difetti di funzionamento, che ormai la loro assenza dovrebbe essere scontata, ma di criticità nel suono, seppure di minima importanza. Quai piccoli difetti che a volte affiorano quando state ascoltando distrattamente, magari durante la lettura di un libro, o state usando l’impianto per l’audio di un film … Perché è proprio quando stiamo facendo meno attenzione al suono, che scopriamo le magagne.
Motivo per il quale sono sempre meno convinto che l’attacca-stacca degli apparecchi a confronto serva solo a confondere le idee e ben poco a valutarne la qualità.
Tiriamo le somme: questo P-1000 non ve lo regalano (strano, eh?), 5.850 euro sono un bel po’ di soldi per tutti noi comuni mortali, però dobbiamo valutare bene una cosa, e spero riuscirete a seguirmi.
Questo apparecchio, per quanto ci si sforzi di sentirlo, non si sente. Sparisce, si imbosca. Apre un’autostrada tra sorgenti e finali, senza effetti collaterali. E le autostrade, si sa, non sono gratis (Germania esclusa). Questa caratteristica, la scomparsa all’ascolto, comporta dei costi che spesso sono molto elevati. Insomma, la trasparenza, quella vera, richiede abilità progettuale, componentistica di livello, assemblaggio impeccabile.
Devo fare ancora una volta i miei complimenti a Gold Note, per essere riuscita a realizzare un apparecchio non banale e che, soprattutto, è all’altezza di suonare in qualsiasi catena senza stravolgerne il timbro.
Cosa c'è di meglio di qualcosa o qualcuno che svolge il proprio compito senza farlo pesare?
Angelo Jasparro
Produttore: Gold Note
Prezzo: euro 5.850 senza DAC
euro 6.500 con DAC
giradischi Basis 2001, braccio Graham 2.2, testina Lyra Kleos, pre phono: Einstein "The Turntable's Choice" bilanciato, lettore CD/SACD Yamaha CD-S3000, lettore multimediale: Oppo 105 D, preamplificatore: MBL 4006, finali: Bryston 7B³, diffusori: JBL 4350B, subwoofer Velodyne SPL-1200, cavi di segnale: MIT Oracle MA-X Proline, MIT Shotgun S2 RCA, Transparent Super XLR, Transparent Super RCA, cavo phono Cammino PH B 2.2 Ref XLR, cavi di potenza: MIT Magnum MA, Vovox Initio, cavo USB MIT SL-Matrix USB, cavi di alimentazione: MIT Shotgun AC 1, Black Noise Pearl ed altri auto-costruiti, distributore di rete: Lector Edison 230/8, filtro di rete: Black Noise 2500.
Il primo CD utilizzato è “Visions” del gruppo Gaia Cuatro (Abeat), un insieme di composizioni molto interessanti, cariche di sonorità “World”, ma anche Jazz e Tango contemporaneo, sul genere di Piazzolla, per intenderci. Abilissimi i musicisti del gruppo, così come molto abile è chi ha registrato e masterizzato questo disco. Il Gold Note evoca da subito una sensazione di realismo e dinamica che fa ben sperare per il prosieguo degli ascolti.
Il violino di Aska Kaneko non punge mai oltre il dovuto (si, perché il violino un po’ deve pungere, altrimenti si cade nella melassa da my-fi della peggior specie), e mantiene il corpo caratterizzato dalla seppur piccola cassa armonica, grazie ad una ripresa fedele e ad una altrettanto fedele riproduzione. Veloci i transienti delle percussioni e molto lineare la timbrica del pianoforte.
Anche l’ascolto di Paolo Conte col CD “Una faccia in prestito” (CGD) è esente da critiche. Il contrabbasso scende molto ed è ben controllato (che non significa troppo asciutto, come a volte qualcuno interpreta), metre la voce del cantautore astigiano resta sempre in perfetto equilibrio rispetto agli strumenti che l’accompagnano. Bene anche l’estensione sulle alte frequenze, complete e mai affaticanti.
La parte più grave della tastiera del pianoforte di Conte è imperiosa, pesante, ma sempre in perfetto equilibrio col resto dei tasti.
Approfitto di questa recensione per consigliarvi un CD (o file in HD, se preferite) Velut Luna, alla cui registrazione ho assistito personalmente, si intitola Jazz Nature ed è interpretato dall’ottima Lucia MInetti con un duo chitarra e contrabbasso. Il Gold Note appare del tutto trasparente al messaggio inciso da Marco Lincetto. La dinamica pressoché illimitata della voce è espressa in tutti i suoi colori, ed anche la chitarra ed il contrabbasso che accompagnano la Minetti ricalcano fedelmente i suoni reali ascoltati in quell’interessante giornata.
L’ottima tecnica della cantante e dei suoi musicisti traspare intatta; qui non si tratta di gusti, come spesso afferma chi non è avvezzo ad ascoltare musica dal vivo, è semplicemente il “suono vero”, senza addolcimenti, compressioni, distorsioni o colorazioni aggiunte.
Cambio genere e passo al Requiem di Berlioz, interpretato dalla Utah Symphony Orchestra diretta da Maurice Abravanel (SACD Vanguard). Meravigliosamente riprodotti i cori femminili e maschili del Requiem iniziale. Questa composizione ha dei salti dinamici impressionanti ed il P-1000 li segue con velocità fulminea e riserve di energia apparentemente illimitate, col risultato di trasportare chi ascolta direttamente nell’impressionante (per noi, abituati a teatri piccoli) Mormon Tabernacle di Salt Lake City.
Il Gold Note P-1000 ha suonato a casa mia per oltre un mese e non ha mai evidenziato criticità. Non parlo di difetti di funzionamento, che ormai la loro assenza dovrebbe essere scontata, ma di criticità nel suono, seppure di minima importanza. Quai piccoli difetti che a volte affiorano quando state ascoltando distrattamente, magari durante la lettura di un libro, o state usando l’impianto per l’audio di un film … Perché è proprio quando stiamo facendo meno attenzione al suono, che scopriamo le magagne.
Motivo per il quale sono sempre meno convinto che l’attacca-stacca degli apparecchi a confronto serva solo a confondere le idee e ben poco a valutarne la qualità.
Tiriamo le somme: questo P-1000 non ve lo regalano (strano, eh?), 5.850 euro sono un bel po’ di soldi per tutti noi comuni mortali, però dobbiamo valutare bene una cosa, e spero riuscirete a seguirmi.
Questo apparecchio, per quanto ci si sforzi di sentirlo, non si sente. Sparisce, si imbosca. Apre un’autostrada tra sorgenti e finali, senza effetti collaterali. E le autostrade, si sa, non sono gratis (Germania esclusa). Questa caratteristica, la scomparsa all’ascolto, comporta dei costi che spesso sono molto elevati. Insomma, la trasparenza, quella vera, richiede abilità progettuale, componentistica di livello, assemblaggio impeccabile.
Devo fare ancora una volta i miei complimenti a Gold Note, per essere riuscita a realizzare un apparecchio non banale e che, soprattutto, è all’altezza di suonare in qualsiasi catena senza stravolgerne il timbro.
Cosa c'è di meglio di qualcosa o qualcuno che svolge il proprio compito senza farlo pesare?
Angelo Jasparro
Produttore: Gold Note
Prezzo: euro 5.850 senza DAC
euro 6.500 con DAC