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SURE Electronics AA-AS32182
Cosa ci fa questo piccolo ed economico amplificatore sulla nostra rivista? Come nel caso del fratello minore provato da Domenico, siamo convinti che un appassionato di musica possa e debba ascoltare in “alta fedeltà” ogni volta che può permetterselo. 40 anni fa, c'erano due modi di ascoltare musica: con un impianto hi-fi o attraverso gli economici altoparlanti dei mangia-(dischi o cassette) o delle radioline da stadio. Queste ultime suonavano peggio degli odierni altoparlanti da smartphone, se è possibile. Poi, col tempo, siamo passati alle cuffie da walkman, che rappresentavano un piccolo ma significativo passo avanti verso ascolti di miglior qualità. Purtroppo, gli ultimi anni hanno visto un discreto peggioramento di quest'ultima, a causa sia del calo delle vendite degli apparecchi ad alta fedeltà, sia della pessima realizzazione delle cuffiette fornite di serie dai produttori di smartphone, sia degli altoparlanti impiegati nei televisori a schermo piatto. Proprio i televisori, a fronte di un notevole incremento della qualità video dovuta alle tecnologie dei pannelli ed all'alta definizione, hanno sofferto della mancanza di spazio per il montaggio di altoparlanti di buona qualità e del volume di carico che permetta di ottenere una sufficiente risposta in gamma bassa.
In un mondo perfetto diremmo che i produttori di elettronica di consumo sono corsi ai ripari, proponendo soluzioni al problema, ma siccome in un mondo perfetto non viviamo, ci troviamo i megastore di elettronica pieni di “soundbar” di pessima qualità e di costo sproporzionato alle prestazioni fornite. Lo stesso problema, ovviamente, si presenta nei monitor da PC che, se usati per l'ascolto di musica, anche da una sorgente quale Youtube, suonano ridicolmente male.
La stragrande maggioranza della gente se ne frega di tutto ciò, al massimo smoccola un po' quando c'è un po' di rumore in casa e non riesce a sentire l'audio del film, neanche col volume al massimo (questi chip in Classe D hanno la regolazione della potenza di uscita e “murano” l'amplificazione, così che, per quanto l'indicatore numerico sullo schermo incrementi i valori, non succede nulla oltre il limite prefissato).
Poi ci siamo noi, quelli della minoranza. Quelli che, almeno una volta, hanno provato ad attaccare almeno un sistemino 2+1 all'uscita audio del PC o, anatema, hanno collegato il TV allo stereo! Sembra incredibile ma si apre un mondo e ci si rende conto che le frequenza basse sono presenti anche nei film trasmessi dalla TV e non solo al cinema. Che le “mezzobusto” dei TG hanno magari una voce bella e profonda. E che persino le spesso odiose musichette degli spot pubblicitari contengono tutte le frequenze udibili.
Chi l'avrebbe mai detto, eh? Poi, o per pigrizia o perché non vogliamo consumare le nostre preziose valvole ascoltando la TV, o perché abbiamo l'impianto lontano dalla TV, continuiamo a torturarci le orecchie con la qualità audio che i produttori hanno voluto affibbiarci.
Invece io penso che, siccome la vita è troppo breve per soffrire inutilmente, qualcosa dobbiamo pur fare per porre rimedio al problema. Fino a pochi anni fa, toccava acquistare un secondo impianto audio, con notevole dispendio di risorse. Oggi abbiamo santa Classe D, che per queste cose è insuperabile. In poco spazio e con pochissimo denaro, ci risolve il problema. Un piccolo ed economico amplificatore, una coppia di casse di dimensioni limitate, magari scelte dal catalogo Indiana Line serie Nano (così almeno qui compriamo italiano) e con 200 euro risolviamo il problema molto meglio che acquistando una soluzione integrata, spesso prodotta dagli stessi che ci hanno rifilato i pessimi altoparlanti del TV.
E questa è solo una delle applicazioni alle quali questo piccolo amplificatore della SURE Electronics può essere assegnato. Io l'ho utilizzato così per qualche mese (ed ancora è qui, finché il distributore italiano non me lo chiederà indietro). Ci ho ascoltato la TV, usufruendo anche dell'ottimo telecomando in dotazione o, udite udite, nel caso di questo 32182, la musica contenuta nella capiente micro SD del mio smartphone. E già, perché questo giocattolino, malgrado le sue piccole dimensioni, ha due ingressi analogici (uno sul retro via RCA, uno sul fronte via mini-jack), uno ottico (e qui ho connesso l'uscita digitale del TV) ed uno Bluetooth. Inutile dire quindi che dispone di un convertitore interno D/A. Sono previste le uscite per i diffusori, realizzate con morsetti che accettano forcelle o banane, un'uscita RCA per un Subwoofer e persino l'uscita cuffia. Serve altro?
In soldoni: un piccolo e discreto apparecchio nero con un frontale costituito da una manopola centrale per il controllo di accensione e volume, circondata da una luce ambra che si accende e si spegne gradualmente quando in stand-by e si spegne ad apparecchio acceso ed i due ingressi dei quali abbiamo detto. Sul retro le connessioni per ingressi ed uscite, compresa quella per l'alimentatore esterno, incluso nel prezzo indicato a fine articolo.
La potenza di uscita dichiarata dal produttore è di 100 W RMS su 6 Ohm.
In un mondo perfetto diremmo che i produttori di elettronica di consumo sono corsi ai ripari, proponendo soluzioni al problema, ma siccome in un mondo perfetto non viviamo, ci troviamo i megastore di elettronica pieni di “soundbar” di pessima qualità e di costo sproporzionato alle prestazioni fornite. Lo stesso problema, ovviamente, si presenta nei monitor da PC che, se usati per l'ascolto di musica, anche da una sorgente quale Youtube, suonano ridicolmente male.
La stragrande maggioranza della gente se ne frega di tutto ciò, al massimo smoccola un po' quando c'è un po' di rumore in casa e non riesce a sentire l'audio del film, neanche col volume al massimo (questi chip in Classe D hanno la regolazione della potenza di uscita e “murano” l'amplificazione, così che, per quanto l'indicatore numerico sullo schermo incrementi i valori, non succede nulla oltre il limite prefissato).
Poi ci siamo noi, quelli della minoranza. Quelli che, almeno una volta, hanno provato ad attaccare almeno un sistemino 2+1 all'uscita audio del PC o, anatema, hanno collegato il TV allo stereo! Sembra incredibile ma si apre un mondo e ci si rende conto che le frequenza basse sono presenti anche nei film trasmessi dalla TV e non solo al cinema. Che le “mezzobusto” dei TG hanno magari una voce bella e profonda. E che persino le spesso odiose musichette degli spot pubblicitari contengono tutte le frequenze udibili.
Chi l'avrebbe mai detto, eh? Poi, o per pigrizia o perché non vogliamo consumare le nostre preziose valvole ascoltando la TV, o perché abbiamo l'impianto lontano dalla TV, continuiamo a torturarci le orecchie con la qualità audio che i produttori hanno voluto affibbiarci.
Invece io penso che, siccome la vita è troppo breve per soffrire inutilmente, qualcosa dobbiamo pur fare per porre rimedio al problema. Fino a pochi anni fa, toccava acquistare un secondo impianto audio, con notevole dispendio di risorse. Oggi abbiamo santa Classe D, che per queste cose è insuperabile. In poco spazio e con pochissimo denaro, ci risolve il problema. Un piccolo ed economico amplificatore, una coppia di casse di dimensioni limitate, magari scelte dal catalogo Indiana Line serie Nano (così almeno qui compriamo italiano) e con 200 euro risolviamo il problema molto meglio che acquistando una soluzione integrata, spesso prodotta dagli stessi che ci hanno rifilato i pessimi altoparlanti del TV.
E questa è solo una delle applicazioni alle quali questo piccolo amplificatore della SURE Electronics può essere assegnato. Io l'ho utilizzato così per qualche mese (ed ancora è qui, finché il distributore italiano non me lo chiederà indietro). Ci ho ascoltato la TV, usufruendo anche dell'ottimo telecomando in dotazione o, udite udite, nel caso di questo 32182, la musica contenuta nella capiente micro SD del mio smartphone. E già, perché questo giocattolino, malgrado le sue piccole dimensioni, ha due ingressi analogici (uno sul retro via RCA, uno sul fronte via mini-jack), uno ottico (e qui ho connesso l'uscita digitale del TV) ed uno Bluetooth. Inutile dire quindi che dispone di un convertitore interno D/A. Sono previste le uscite per i diffusori, realizzate con morsetti che accettano forcelle o banane, un'uscita RCA per un Subwoofer e persino l'uscita cuffia. Serve altro?
In soldoni: un piccolo e discreto apparecchio nero con un frontale costituito da una manopola centrale per il controllo di accensione e volume, circondata da una luce ambra che si accende e si spegne gradualmente quando in stand-by e si spegne ad apparecchio acceso ed i due ingressi dei quali abbiamo detto. Sul retro le connessioni per ingressi ed uscite, compresa quella per l'alimentatore esterno, incluso nel prezzo indicato a fine articolo.
La potenza di uscita dichiarata dal produttore è di 100 W RMS su 6 Ohm.
Ho collegato questo piccolo amplificatore alle mie JBL4350B ed il risultato è stato ottimo. Nessuna paura da parte del piccoletto a muovere i 4 woofer da 38 cm dei bestioni americani. Il suono è più che accettabile, senza dubbio definibile ad alta fedeltà. E' ovvio che non possieda la finezza delle grandi e costose amplificazioni dei nostri sogni, ma fa il suo dovere in modo impeccabile ed a costo irrisorio.
E' divertente accendere l'amplificatore, collegargli lo smartphone ed ascoltare i brani memorizzati così, con semplicità, magari mentre si fa altro. Le connessioni avvengono senza alcun intoppo e di questi tempi è già un successo. La potenza d'uscita è rilevante e dovrebbe essere sufficiente per gli usi ai quali è destinato.
Quando l'ho messo al lavoro con le Graham 5/8, che sono piuttosto poco efficienti, sono riuscito a metterlo in crisi, nel senso che oltre ad un certo volume non andava più, solo a volumi decisamente elevati. Con le JBL cedono prima le orecchie.
In conclusione, poco da aggiungere: un amplificatore tuttofare per svariati usi, che vanno dal pilotaggio di un piccolo impianto da scrivania, a quello della connessione a qualsiasi diffusore per l'amplificazione di segnali provenienti da più sorgenti, senza dover per forza utilizzare il nostro impianto, che magari prevede amplificatori a valvole o in Classe A, sprecate per usi più “leggeri”.
110 euro, IVA compresa … Non c'è neanche da pensarci; se vi serve, ordinatelo subito, anche on-line sul sito del Distributore italiano.
Angelo Jasparro
Distributore per l'Italia: Axiomedia
Prezzo: euro 110,14
E' divertente accendere l'amplificatore, collegargli lo smartphone ed ascoltare i brani memorizzati così, con semplicità, magari mentre si fa altro. Le connessioni avvengono senza alcun intoppo e di questi tempi è già un successo. La potenza d'uscita è rilevante e dovrebbe essere sufficiente per gli usi ai quali è destinato.
Quando l'ho messo al lavoro con le Graham 5/8, che sono piuttosto poco efficienti, sono riuscito a metterlo in crisi, nel senso che oltre ad un certo volume non andava più, solo a volumi decisamente elevati. Con le JBL cedono prima le orecchie.
In conclusione, poco da aggiungere: un amplificatore tuttofare per svariati usi, che vanno dal pilotaggio di un piccolo impianto da scrivania, a quello della connessione a qualsiasi diffusore per l'amplificazione di segnali provenienti da più sorgenti, senza dover per forza utilizzare il nostro impianto, che magari prevede amplificatori a valvole o in Classe A, sprecate per usi più “leggeri”.
110 euro, IVA compresa … Non c'è neanche da pensarci; se vi serve, ordinatelo subito, anche on-line sul sito del Distributore italiano.
Angelo Jasparro
Distributore per l'Italia: Axiomedia
Prezzo: euro 110,14