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VERTERE Phono 1 Mk II
Preamplificatore Fono MM/MC
Con la partecipazione del cavo fono Vertere Redline Phono
E ci han sempre detto che i prodotti poco costosi …
“Ma noooo, cosa dici? Gli apparecchi che costano poco non possono suonare bene. Ci sono sempre dei limiti in quel che non ha un prezzo importante. Vuoi mettere il tal apparecchio? O il tal altro?”
E invece no, signori. La qualità sonora non va di pari passo con il prezzo di un apparecchio; quantomeno non sempre e questo pre fono della Vertere ne è la dimostrazione più lampante. Stavolta non abbiamo nessuna intenzione di far inutili polemiche o di attrarre l’attenzione con uno scritto lungo. Semplicemente vi diciamo che con 1.200 euro, il prezzo di listino del Vertere Phono 1 Mk II, vi portate a casa un pre fono che suona con i fiocchi ed al quale poco importa del fatto che qualcuno possa considerarlo “economico”. Non a caso il suo progettista, il già citato, su Audio-activity.com, Touraj Moghaddam, (ricorderete che abbiamo scritto sia della testina MC Mystic che del giradischi MG1) lo utilizza in impianti decisamente piuttosto impegnativi e nessuno, all’ascolto, si è mai lamentato. Che poi, intendiamoci, poco costoso lo è; non costa certo come un… ops, no; far nomi non è mai bello e non li facciamo, anche se ci siamo capiti subito. Ma il risparmio è stato fatto solo a livello finiture; un normale case in metallo nemmeno tanto spesso; un frontale ben fatto ma pur sempre di spessore infimo rispetto ai prodotti della concorrenza; una finitura generale carina ma nulla più (quella arancione però è decisamente molto più interessante, ad avviso di chi scrive); dei connettori non rodiati, non ipertrofici, non avvitati ad un pannello spesso. Anche i piedini sono solo di gomma trasparente. Ma all’interno l’alimentazione è montata su una scheda a parte che resta isolata dalla circuitazione RIAA che è chiusa in un contenitore metallico; il progettista insiste sul contenimento di rumori e disturbi vari (probabilmente perché più c’è silenzio, meglio si possono percepire anche i segnali registrati di minore entità).
Quando capovolgete l’apparecchio vi trovate una serie piuttosto ampia di regolazioni (abbiamo fatto le fotografie, così da non dover trascrivere qui tutti i valori), semplicissime da selezionare; guadagno, carico, capacità. E sul retro trovate un piccolo interruttore a tre posizioni che va regolato in base ai disturbi che provengono dalla vostra rete elettrica. Dalla posizione per i disturbi poco udibili (la 1) sino a quella per i disturbi che invece, senza filtraggio, si percepirebbero (la 3). Una normale presa IEC, un comodo (è abbastanza grande) morsetto per la massa proveniente dal braccio, un interruttore generale dietro e l’On/Off sul pannello anteriore con relativo led colorato. Però, se proprio l’apparecchio non dovesse appagarvi esteticamente, è piccino (cm 21 x 23,5 x 5,5 per un peso di 2 Kg) e lo potrete mettere in una posizione più defilata. Quantomeno fino a che non lo ascolterete; quasi sicuramente dopo lo riporterete davanti. Perché quando lo si accende e si inizia ad ascoltarlo con orecchio critico, di “economico” nel Phono 1 non ci si trova proprio nulla; il suono è completo, dal basso verso l’alto, i timbri dei vari strumenti sono rispettati e riproposti con una qualità decisamente elevata, la dinamica è quella che serve e l’apparecchio è pure silenzioso. L’impianto nel quale è stato inserito il Phono 1 è il seguente: giradischi Soulines Kubrick DCX con braccio Mørch DP8 con cablaggio tra braccio e pre fono Cableless, Jelco e Vertere Redline, testine ZYX R1000 Airy SH e Vertere Mystic, preamplificatore fono American Hybrid Technology -P con cablaggio, in uscita verso il preamplificatore, Duelund in argento solid-core, preamplificatore Lavardin Technologies C62, amplificatore finale Bryston 2B/LP, casse acustiche Davis Acoustics Monitor One con supertweeters TakeT Batpure, cavi di segnale e di potenza ormai praticamente tutti Duelund, misti tra rame stagnato e argento e cavi di alimentazione Apertura e Crystal Cable. Ovviamente il pre Phono è stato prima di tutto ascoltato con ‘sua sorella’, la testina Vertere Mystic, insieme con un cavo Jelco tra braccio e pre-fono. Usando il cavo fono Jelco, i valori di guadagno e carico selezionati sono stati quello massimo per il primo e 670 ohm per il secondo. Che dire? Sorprendente. Ascoltando partiture orchestrali complesse (come la Seconda di Mahler piuttosto che la Sinfonia delle Alpi di Strauss o la Quinta Sinfonia di Sibelius) quello che colpisce immediatamente è la facilità con la quale gli strumenti si posizionano nel palcoscenico immaginario e la precisione di questo posizionamento; a seguire, mano mano che la musica prosegue, si comprende come i timbri siano puliti, chiari (ma non leggeri), precisi, così da permettere di riconoscere tutti gli strumenti senza nessuna fatica; infine, con registrazioni ben fatte, la dinamica è decisamente appagante. Quello che però sopra a tutto sorprende, al di là di ogni correlazione col prezzo, è proprio quella sensazione di non perdere nulla del messaggio registrato, come ad esempio le risonanze ambientali proprie di alcune registrazioni (e non si intende un riverbero aggiunto, ma le risonanze del locale ove la registrazione è stata ripresa, come nel Miserere di Arvo Pårt su etichetta ECM). E poi colpisce la sensazione di non trovarsi davanti un’elettronica a stato solido o a valvole; non riuscite a categorizzarla così facilmente perché mancano alcune freddezze di certi stato solido e mancano certe caratterizzazioni, pur piacevoli, di apparecchiature valvolari. Ma il discorso è analogo un po’ per tutti i generi musicali. Con i quartetti d’archi ogni strumento ha la sua corretta collocazione, così come corretto è il timbro di ogni strumento. Con il jazz sono corretti i suoni delle pelli dei tamburi e del metallo dei piatti; la tromba è squillante ma mai in modo fastidioso, come lo è dal vivo. Con il pianoforte solo non avete evidenziazioni di nessuna ottava della tastiera e se il pianista è di quelli che picchiano duro (ho usato il Ravel eseguito da Pogorelic) il Phono 1 vi restituisce uno strumento credibile e mai mutilato. Con partiture per organo, la maestosità dello strumento è restituita senza costrizioni, comprese le frequenze più profonde e con il canneggio più piccolo preciso e anche un filo rompiscatole come è dal vivo (magari non dalla navata, ma in vicinanza, come è la ripresa discografica, un po’ rompiscatole lo è). Se ascoltate un violoncello solo, la cassa armonica la sentite benissimo e ben amalgamata col suono delle corde (il vecchio Bach, le Suites, con Starker su dischi Mercury). E poi, quando un amico musicista di lunghissimo corso, direttore d’orchestra, ma anche con una esperienza d’ascolto da far invidia, si siede davanti all’impianto e dice “ma sai che ho come l’impressione di averli tutti davanti a me” forse (e sottolineo il forse) significa che il segnale riprodotto è di grande qualità. Senza se e senza ma (OK, l’amico si riferiva a tutto l’impianto nel suo insieme; ma il giudizio è indice comunque di qualità di tutti i componenti e quindi anche del Phono 1 Mk II). Qualcuno domanderà, ma proprio nessun difetto? Dopo aver provato alcuni tra i pre-fono più performanti e costosi tra quelli prodotti, soprattutto su Audiophile Sound, in tutta onestà, dire di aver trovato qualche difetto palese, sarebbe una menzogna. Il suono è proprio un suono pulito e naturale. Dobbiamo spendere qualche parola anche sul cavo Vertere Redline Phono, un cavo in rame, con una geometria proprietaria della quale potrete scoprire di più leggendo sul sito del produttore; non economicissimo, perché costa 790 euro (a listino; inferiore sarà certo lo street-price), ha dato un ulteriore impulso alla precisione dei timbri degli strumenti e alla scena acustica, apparsa ancora più precisa. E’ molto comodo da usare perché è ben flessibile; e ha anche il cavo di massa che si può avvitare al giradischi (per la prova è stato messo a contatto con la base in alluminio del Soulines). Differenze tra cavo di massa connesso e non connesso al giradischi? Nell’attuale collocazione dell’impianto usato per l’ascolto, il tappeto di rumore è infimo, causa il modo in cui l’immobile è stato costruito e schermato. Ma Touraj Moghaddam punta molto sull’isolamento dai disturbi e quindi non pensiamo che il cavo di massa sia stato messo lì “tanto per”. In alcune collocazioni sarà utile fare una prova. E con il pre fono American Hybrid Technology? L’apporto offerto dal Redline è stato chiaramente percepibile anche con lui, nella stessa direzione ed entità offerte con il Phono 1 Mk II. Insomma, il combo testina+cavo fono+pre-fono dello stesso marchio è stato decisamente molto convincente. Con altre testine il risultato è stato analogo, pur con le differenze di carattere sonore tra la Vertere e la ZYX. Con la ZYX, anche in questo caso con il guadagno al massimo ma con un carico di 270 Ohm (quindi vicino al carico usato con il pre-fono di riferimento), il suono è stato sempre di qualità per quanto riguarda la dinamica (anche se leggermente inferiore alla dinamica propria della Vertere Mystic). Il timbro più lucido della ZYX è apparso immediatamente evidente; e il basso appena meno trattenuto rispetto alla Mystic, è apparso, come ci si poteva aspettare, proprio “appena meno trattenuto”. Abbiamo poi voluto fare una prova con una vecchia Ortofon VMS 20, giusto per valutare il comportamento con una MM classica; anche in quel caso tutte confermate le caratteristiche, ad eccezione della minore raffinatezza che una testina MM, pur ben tenuta, “matura” in età e di vecchia concezione ha rispetto a MC più performanti e moderne. Insomma, questo piccolo Phono 1 si è rivelato assolutamente sorprendente. Una di quelle macchine da musica che lascia poco spazio ad elucubrazioni di gusto personale o di smania di possesso dell’ultimo apparecchio top. Non piacerà a chi cerca il “suo” suono; sicuramente piacerà a chi cerca un prodotto definibile “corretto”. Non vi diciamo di abbinargli uno SME30 con un braccio costosissimo e una testina da 20.000 euro (e non citiamo anche i giradischi Vertere per non sembrare di parte; benché avendo provato il modello MG1, pensare ad un set-up full Vertere è idea che ci solletica abbastanza); magari in quel caso salite pure di prezzo e comprate un fono che vi rassicuri maggiormente. Ma a nostro avviso per set-up anche importanti, la scelta di questo Phono non sarà limitante. E nell’impianto usato per la prova non lo è stato; anzi! Buoni ascolti Domenico Pizzamiglio Listino a marzo 2021 del pre fono Vertere Phono 1 Mk II € 1.200,00 Listino del cavo Vertere Redline Phono € 790,00 Sito del produttore www.vertereacoustics.com Sito del distributore www.soundbyhari.com |